Diamo tempo al tempo (4)

Entropia

Entropia

Esiste una sterminata letteratura – sia scientifica che fantascientifica – sul tempo, sulla possibilità di muoversi attraverso di esso e sui relativi paradossi. Se potessimo tornare indietro nel tempo, al momento in cui nacquero i nostri genitori, in teoria potremmo ucciderli in culla; ma in tal modo noi non saremmo mai nati. Ma se non fossimo nati non potremmo aver ucciso i nostri genitori, e così via in una spirale infinita di paradossi e conclusioni che vanno contro la logica.

Ma una cosa è certa, confermata dalla fisica newtoniana, da Leibniz e anche dalla relatività: è impossibile invertire i rapporti tra causa ed effetto. Anche nella fisica quantistica delle particelle, anche in prossimità dei buchi neri e nelle profondità del cosmo, nessun evento può tornare indietro per precedere la causa che lo ha prodotto. Io non posso tornare indietro per vedere i miei genitori bambini, perché io sono il risultato della loro crescita e della loro unione. Le ceneri di una casa bruciata dal fuoco non possono tornare a prima dell’incendio per ricomporre la casa distrutta, perché quelle ceneri sono il risultato di quell’incendio. Certo, potrei ricostruire la casa com’era prima, ma questo non sarebbe un ritorno al passato, sarebbe solo una sua parziale imitazione. Le condizioni sono cambiate irreversibilmente: ho meno denaro di prima, perché l’ho speso per la ricostruzione, ho dovuto consumare energia e materiale per il lavoro, e molti oggetti andati distrutti nella casa non si possono recuperare…

È un concetto che ritroviamo per ogni azione quotidiana, dal rassettare la casa al bucato, dall’igiene personale al lavaggio delle stoviglie, fino al disperato riordino delle scartoffie sulla mia scrivania: col tempo tutto tende al disordine, e per ripristinare l’ordine abbiamo bisogno di sforzo e fatica, di consumare energia e materia. Il tempo è implacabile: se vogliamo “far finta” di tornare al passato dobbiamo faticare e comunque nulla sarà più come prima. In fisica questo concetto si chiama “entropia”, che è un modo scientifico per definire il caos e il disordine. Il secondo principio della termodinamica ci dice che l’entropia (cioè il caos) tende sempre ad aumentare, e quindi per riportare l’ordine dobbiamo consumare energia in altro modo e bilanciare altrove l’aumento di entropia. Il disordine è spontaneo, l’ordine no. Le carte da gioco non si dispongono nella giusta sequenza da sole, anche mescolandole mille volte, e se lasciamo la nostra casa al proprio destino, senza intervenire, non si riordinerà e non si pulirà mai da sola. A meno di non disporre dell’assistenza di Mary Poppins…

Questa regola vale per la nostra casa, ma vale anche per l’Universo intero: dappertutto nel cosmo l’entropia tende a crescere, tutto tende al disordine. Più ci spostiamo nel futuro più andiamo verso il disordine, mentre se ci volgiamo indietro nel tempo vi troviamo meno entropia e quindi più ordine. Il momento di massimo ordine è stato dunque all’inizio di tutto, nel “punto” esatto in cui è nato l’Universo, cioè il Big Bang; quando l’entropia era a zero, quando è nato lo Spazio. E quando è iniziato il Tempo.

Possiamo perciò considerare il Tempo, in definitiva, come una misura del cammino dell’Universo, la freccia che ci trascina tutti dal Big Bang in poi. Se riusciamo pertanto a vivere e a percepire pienamente il nostro tempo, possiamo renderci conto di come siamo inseriti nel cosmo, sentendoci partecipi della sua evoluzione.

(4 – Continua)