Con l’acqua alla gola (1)

Amore e odio

Amore e odio

Buttare acqua sul fuoco

Assomigliarsi come due gocce d’acqua

Acqua in bocca!

Essere un pesce fuor d’acqua

Perdersi in un bicchier d’acqua

Fare un buco nell’acqua

Tirare acqua al proprio mulino

Acqua passata

Fare acqua da tutte le parti

Di frasi idiomatiche riferite all’acqua ne abbiamo talmente tante che potremmo esaurire un articolo solo ad elencarle tutte: abbiamo a che fare costantemente con l’acqua, quotidianamente, dal buongiorno del mattino fin quando andiamo a dormire, e anche di notte. Riveste un ruolo centrale nella nostra vita, la utilizziamo per bere, per lavarci, per un’infinità di altri usi oltre all’alimentazione e all’igiene, per il giardinaggio, l’agricoltura, l’industria, per spegnere il fuoco, per divertirci con gli sport acquatici…

L’acqua è dunque un elemento fondamentale per la vita, ha plasmato il nostro pianeta e anche la nostra Storia, influenzando ecosistemi, meteorologia e civiltà umane. Ma raccontare l’acqua non è facile. Ci lega all’acqua un rapporto di amore e odio, di curiosità e di mistero. L’acqua ha dato origine alla vita sulla Terra (e forse anche altrove), fornisce energia, rinfresca, disseta, lava, spegne le fiamme, ma può anche portare morte, distruzione, inondazioni. Come con le alluvioni, ad esempio, che sembrano emergenze naturali, ma sono provocate soprattutto dall’opera dell’uomo, che ha convertito l’idrologia naturale in idraulica funzionale alla civiltà, nella convinzione che l’acqua avrebbe obbedito. Ma l’acqua scorre, in continuo movimento, in ogni direzione, indifferente alle nostre barriere. Ogni anno piovono dal cielo miliardi di metri cubi d’acqua che dovrebbero essere intercettati da foreste, praterie, campi agricoli, prima che fluiscano nei fiumi e nelle falde. Ma incontrano argini, dighe e cemento, con cui abbiamo trasformato il paesaggio nella nostra scenografia urbana. E ogni temporale, ogni pioggia provoca disastri: frane, alluvioni, fiumi straripati, crolli. Sarà pur vero che col riscaldamento globale le piogge sono diventate più violente, ma ormai il terreno non è più in grado di assorbire l’acqua che cade dal cielo, semplicemente perché non c’è più terreno: asfalto, cemento, argini, fiumi interrati, disboscamenti, costruzioni di ogni tipo, hanno impermeabilizzato il suolo e dunque l’acqua, non trovando più sfogo sotterraneo, non può che continuare a scorrere in superficie travolgendo tutto quello che incontra. Raccontare l’acqua è difficile perché siamo convinti erroneamente di dominarla.

L’acqua copre il 71% della superficie terrestre, sotto forma di oceani, mari, ghiacciai, laghi e fiumi. Ma esiste in abbondanza anche nelle falde sotterranee e come dicevamo è sempre in movimento, in un ciclo idrologico che consiste nel continuo scambio di acqua tra l’atmosfera, il suolo, le acque di superficie, le acque profonde e gli esseri viventi. Con la traspirazione e l’evaporazione delle acque superficiali si formano le nuvole che poi, condensandosi, ridistribuiscono l’acqua sulla superficie sotto forma di pioggia, neve o grandine. Questo ciclo regola la temperatura e distribuisce l’umidità in tutto il mondo: l’abbondanza o meno di precipitazioni nelle varie aree geografiche ne stabilisce il clima, la biodiversità e le risorse, mentre gli oceani dissipano il calore, assorbono e rilasciano energia, modellano venti e correnti e influenzano la meteorologia.

(1 – Continua)