Per tutto il mondo del cinema e non solo , Vittorio Gassman – scomparso a Roma il 29 giugno del 2000 – è sempre stato “il Mattatore“. Attore intenso, poliedrico, bellissimo e capace di passare con estrema naturalezza dal teatro impegnato alla commedia all’italiana di Mario Monicelli e Dino Risi. Senza tralasciare indimenticabili caroselli e scorribande in programmi tv. Un vero trasformista di razza e – caso più unico che raro – uno dei pochi interpreti nostrani da “esportazione”, accolto a Hollywood come “il Marlon Brando italiano“.
Merito di film accanto a star come Liz Taylor, in Rapsodia del 1954, e Audrey Hepburn nel kolossal Guerra e pace (1956). All’intensa attività recitativa – oltre un centinaio di titoli – Vittorio Gassman ha sempre affiancato anche un fervente “dinamismo” sentimentale: tre mogli, quattro figli da quattro donne diverse e numerose compagne ufficiali. «Le donne mi hanno sempre sedotto e, al momento giusto, abbandonato» raccontava. Anche se, visto il suo incredibile fascino, sembra alquanto improbabile.
Nacque nell’attuale quartiere genovese di Struppa, all’epoca comune autonomo, il 1º settembre del 1922, figlio di Heinrich Gassmann, un ingegnere civile tedesco, e di Luisa Ambron, nativa di Pisa e di religione ebraica.
All’età di 5 anni visse un anno a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, dove il padre era impegnato nella costruzione del nuovo quartiere abitativo “Ferrobeton“. Gassman raccontò spesso di ricordi legati a quella breve esperienza vissuta nella cittadina calabrese e di come ne rimase legato, tanto da citarla nel film Il mattatore (1960) di Dino Risi.
Ma il film in cui a noi piace ricordarlo è Il sorpasso sempre di Dino Risi.