La vallata della vita
La vita è come l’attraversamento di una vallata, da una cresta all’altra. Nasciamo sulla prima cresta, non abbiamo alcun passato alle spalle, nessun riferimento di vita vissuta dietro di noi, mentre giù davanti c’è una grande vallata da raggiungere, uno splendido paesaggio di sogni, progetti e avventure da vivere. Ci incamminiamo in discesa verso il fondovalle, siamo leggeri, incuriositi, un po’ spaventati, ogni esperienza rappresenta una novità, una primizia, ci fa sgranare gli occhi per l’emozione. Ogni canzone che cantiamo riverbera un’eco lì davanti, in lontananza, che ci fa mille promesse.
Nel fondovalle siamo alle prese con tante sfide, fiumi da guadare, boschi da attraversare, forse prede da catturare e predatori da cui sfuggire, comunque sempre impegnati ad andare avanti. Poi a un certo punto si ricomincia a salire sul versante opposto e il cammino diventa faticoso. Lungo la salita verso la cresta opposta non vediamo più davanti a noi sogni da realizzare né progetti da intraprendere, ma solo una faticosa scarpinata che ci aspetta; voltandoci indietro possiamo invece vedere laggiù nella valle tutte le esperienze passate, alcune ormai appena visibili in lontananza. Tutto il bagaglio della nostra vita è là dietro, da contemplare alle nostre spalle, anche se molto si è perso per strada. Da lontano non distinguiamo più i colori e i profumi che percepivamo allora, al nostro passaggio. I nostri canti non hanno più eco e si spengono una volta per tutte, giunti in cima alla cresta finale.
Nell’ultima parte della vita ci si trova dunque in condizioni un po’ simili a quelle dell’adolescenza. Una volta in pensione, cessato il contributo attivo alla società, rimane molto tempo a disposizione. Ci si sente forti per quanto si è imparato e capito della vita, forti come un adolescente nel pieno del proprio vigore. Ma dall’altra parte ci si sente troppo deboli per le prossime sfide da affrontare. Si ha paura della solitudine in cui ci si ritrova e dei cambiamenti fuori controllo, soprattutto di quelli che avvengono nel proprio corpo: mentre gli adolescenti assistono con turbamento al proprio sviluppo fisico, gli anziani vivono con analoga angoscia il loro progressivo deperimento fisiologico.
Gli adolescenti cercano l’approvazione altrui per trovare la propria identità e accettare se stessi; ma si cerca un’approvazione anche da anziani, per continuare ad avere ancora un ruolo nella vita e non sentirsi come foglie secche, staccate dal ramo, senza più obblighi o incarichi, come quelli di far circolare la linfa o procurare ombra. Foglie secche libere di svolazzare a ogni folata di vento, ma che prima o poi finiscono a terra calpestate insieme alle altre foglie ingiallite.
(2 – Continua)