Il baffo del dittatore è un racconto di Anna Russo che già da anni è diffuso nelle scuole nella sua versione originale e didattica. Il film d’animazione che si ispira a questo bel racconto è stato inserito nelle molte iniziative per il Giorno della Memoria.
E’ la storia di un piccolo Mowgli, non allevato nella giungla, ma ai margini di una città assediata e sotto bombardamento. A nutrirlo sono la sua cagnetta e un branco di randagi riuniti dopo che i loro umani di riferimento sono stati portati via dai militari durante una retata. Il bambino in fasce è stato abbandonato al centro della piazza – non sappiamo se dai militari o dalla mamma – ed è lì che la cagnetta lo ritrova.
Un bambino cresciuto con i cani non sa parlare né comportarsi come un umano, e quando, dopo qualche anno, viene catturato e portato nel campo di concentramento, non potrà far altro che abbaiare, ignaro del destino che lo attende: “Se abbaia come un cane, portatelo al recinto dei cani”, dice il comandante del campo, convinto che i feroci dobermann lo sbraneranno. Invece i cani hanno più anima degli uomini e riconoscono il piccolo Arf come loro simile.
Il dittatore e i suoi baffi, “curati” dal comandante del lager, che fa il barbiere come il Chaplin de Il Grande dittatore, trascineranno tutto nel ridicolo, il punto da cui non si può tornare indietro. Ecco, se fosse possibile mostrare la faccia ridicola di chi comanda gli eccidi che straziano ancora il mondo, avremmo ritrovato l’innocenza del piccolo Arf, che non sa cosa sia l’odio.
Le animazioni sono incantevoli, curate con un grande lavoro, come hanno confermato le persone presenti in sala all’anteprima del film. “Ogni immagine è simbolica, nulla è casuale: la città è costruita come un labirinto, i mattoni delle case abbracciano gli spazi circostanti, gli aerei dei titoli di testa diventano aeroplanini di carta.”
“E’ un piccolo miracolo produttivo” hanno dichiarato le registe Cornacchia e Russo, stanche ma soddisfatte del risultato ottenuto. I disegni, molto belli, in cui i bambini hanno gli occhioni grandi dei cartoni giapponesi e i grandi sono irregolari, persino mostruosi e ridicoli, come risulta spesso la violenza, raccontano una storia che credevamo conclusa tanti anni fa e che invece si ripete all’infinito.
I titoli di testa, particolarmente accurati “anche per allungare il tempo del film” – ha confessato Cornacchia – sono d’impatto e immediatamente trascinano lo spettatore nella realtà apparentemente magica, ma purtroppo terribile, di una guerra totale e sanguinosa in cui i bambini non vengono risparmiati.
I titoli di coda sono addirittura geniali, con il fermo immagine di ogni personaggio del film e la didascalia, come fossero attori e non solo disegni.
Una favola che dovrebbe muovere i sentimenti e i pensieri degli adulti e insegnare ai bambini la solidarietà. Tanto più attuale in questo momento storico.
In sala da domani, 25 gennaio.
ARF
Regia di Simona Cornacchia, Anna Russo
Soggetto e sceneggiatura Anna Russo con Piero Bodrato
liberamente ispirato a Il baffo del Dittatore di Anna Russo
Musica Tony Canto
Un film Genere Animazione 2D
Italia, 2023,
durata 75’00”
Uscita cinema giovedì 25 gennaio 2024 distribuito da Genoma Films.