Qualche pregiudizio lo avevo, lo ammetto: quando uno spettacolo riceve tanto consenso sono sempre un po’ perplessa, forse per uno stupido snobismo, forse perché non ho una gran fiducia nello spirito critico dei miei connazionali. Però quando sono andata al cinema ero contenta di vedere un film nella mia lingua che parlava di storia che mi riguarda, senza sottotitoli e senza doppiaggio. Ogni tanto ci si può rilassare.
C’è ancora domani è un film essenzialmente rassicurante, perché ci racconta che si può uscire da uno dei mali storici della famiglia – la violenza maschile/patriarcale – prendendo una posizione politica. Peccato che storicamente non sia andata così, perché la violenza patriarcale ha continuato a flagellare le donne per i quasi ottant’anni di Repubblica e negli ultimi tempi si è spinta oltre, mietendo vittime a ogni piè sospinto. Non è questa la sede per parlare di femminicidi, ma la rassicurazione in cui ci culla il film della Cortellesi è tristemente ingannevole. Non credo che sia un inganno voluto, la sceneggiatura – lieve lieve – ci racconta una favola, costellata di botte da orbi impartite da un uomo qualunque a una moglie qualunque in una Roma affamata appena uscita dalla guerra e dall’occupazione tedesca, moglie e marito che sono anche genitori di tre figli, una femmina che ha lasciato la scuola e già lavora perché ha sedici anni e due maschi ancora bambini. L’attenzione della madre è appuntata sulla figlia Marcella che vorrebbe salvare dal suo stesso destino di sottomissione e botte. E crede che il suo futuro possa essere roseo se convola a giuste nozze con un ragazzo più ricco, se trova i soldi per un bel vestito da sposa, se si uniforma, insomma, a quel che la società del tempo indica alle ragazze. Per fortuna c’è una parvenza di senso critico che anima la protagonista, che si rende conto che il fidanzato aspirante genero è esattamente come l’uomo che ha sposato lei, e che bisogna fare qualcosa perché la storia non si ripeta. La trama procede con una trovata inverosimile – ma è una favola, non ce ne dimentichiamo – che ridimensiona drasticamente le aspettative di Marcella.
E poi procede con altri snodi anche questi poco verosimili, tra cui annovererei la vicenda amorosa parallela – non dirò tutto, forse c’è qualcuno che ancora non ha visto il film – anche quella una trovata ingannevole, ideata esclusivamente per farci pensare a un finale diverso. Basta fare attenzione ai dettagli disseminati ad hoc – manifesti, scritte sui muri, date – e l’inganno è svelato: arriviamo dritti dritti alle ultime scene tanto celebrate come una trovata fantastica, che avrebbero funzionato comunque anche senza raggirare lo spettatore.
Dopo di che citerò le peculiarità del film: giusto e intelligente il bianco e nero, bello il quartiere Testaccio fotografato così, divertenti e ancora una volta rassicuranti le canzoni e il balletto usati per raccontare tutte le botte subite dalla moglie, i lividi che appaiono e scompaiono, e tante altre piccole trovate che fanno pensare a una fiction di prima serata di ottima fattura più che al cinema neorealista citato da tante recensioni.
E allora perché ha avuto un così grande successo? Perché in un momento di dolori e incertezze è bene sentirsi condotti per mano verso il lieto fine, perché è commovente – e realistica – la relazione virtuosa tra madre e figlia, perché per una volta una beniamina del pubblico non solo televisivo, ha sfondato la barriera delle distinzioni di genere e s’è accaparrata una grandissima fetta di pubblico pagante al cinema. E questo ci riempie di gioia “a prescindere”, come diceva Totò.
E poi, come si diceva un tempo, “purché se ne parli, va bene tutto”. E siccome il tema della violenza sulle donne è un nervo scoperto e dolorosissimo e non sembra che ci sia davvero l’intenzione di occuparsene seriamente nelle sedi giuste, ben venga un film così e Cortellesi santa subito! Senza ironia, lo giuro!
C’E’ ANCORA DOMANI
di Paola Cortellesi
con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli.
Genere Drammatico, –
Italia, 2023
durata 118 minuti