The dark side of the Moon
Persino la religione più diffusa sulla Terra ha regolato i suoi miti e i suoi riti sui cicli lunari: la Pasqua, la festa più importante del Cristianesimo, si basa sulla Luna. La resurrezione di Cristo viene infatti celebrata la domenica successiva alla prima Luna piena di Primavera.
Una delle prime volte in cui la parola “luna” compare nella letteratura italiana è nel 1224 nel “Cantico delle Creature” di San Francesco d’Assisi: “Laudato sì, mì signore per sora Luna e le stelle“. Anni dopo Dante Alighieri le dedica molte terzine della Divina Commedia. In Leopardi la Luna diventa ispiratrice di moti lirici e riflessioni filosofiche come nel “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”.
Per noi contemporanei la Luna è tuttora fonte di turbamento, probabilmente perché ci identifichiamo con la sua incostanza e la sua volubilità. È instabile come il nostro umore e, soprattutto quando si avvicina di più durante la sua rivoluzione intorno alla Terra, la Luna piena influenza i raccolti, le maree, i nostri flussi energetici, tanto che spesso trascorriamo insonni le notti di Plenilunio.
La Luna ci mostra solamente una faccia (la migliore?) così come noi abbiamo il nostro lato nascosto che non mostriamo mai in pubblico a nessuno. La faccia nascosta della Luna – che viene anche chiamata “lato oscuro” (il “dark side of the Moon” dei Pink Floyd…) sebbene venga anch’essa illuminata dal Sole nelle fasi di Luna nuova – oltre a restare sempre invisibile a noi, è anche la faccia che guarda sempre dalla parte opposta rispetto alla Terra, rivolta verso la distesa nera e fredda dello spazio infinito. Per questo simboleggia ciò che resta misterioso e sconosciuto per noi esseri umani, associando la Luna alle tenebre della notte e accentuandone l’aspetto inquietante.
Il Sole illumina le nostre giornate, sotto la05 sua luce apprezziamo i colori della Natura, contempliamo l’azzurro del mare in estate, ammiriamo i fiori variopinti in primavera, i gialli, i bruni e i rossi magici dell’autunno, ci incantano i fondali colorati delle barriere coralline; per non parlare della meraviglia che suscitano i colori dell’arcobaleno, quando la pioggia lascia spazio ai raggi solari.
Eppure la Luna ci attrae, pur non essendo variopinta ma grigiastra, del colore del gesso, macchiata di scuro, come sabbia di una spiaggia calpestata. L’assenza di colori può essere riposante, rilassante, soprattutto per i sognatori e per chi cerca la solitudine, grazie alla pace che la Luna può offrire col suo fascino in bianco e nero.
(2 – Continua)