Se io fossi un poeta
Che fai tu, luna, in ciel?
Dimmi, che fai, silenziosa luna?
(Giacomo Leopardi)
Se io fossi un poeta, credo che solo la Luna mi potrebbe ispirare. Ma non lo sono, e tre anni e mezzo fa scrissi sulla Luna prosaicamente, in occasione dei 50 anni dallo sbarco dei primi astronauti sul nostro satellite.
La musa ispiratrice di poeti, scrittori, musicisti, non è però la Luna dell’Apollo e di Neil Armstrong, ma quella alta nel cielo notturno che ha dettato a Beethoven la celebre sonata citata nel nostro titolo; quella che è stata cantata da Leopardi, Shakespeare, Baudelaire, Flaubert, Tagore, Neruda, Garcia Lorca, Wilde e tanti altri.
Volto che ci spia continuamente, ovunque siamo, che a volte sparisce, si nasconde per poi ricomparire, la Luna sta lì e ci osserva anche se noi non la vediamo, a volte aggrotta la fronte scrutandoci in modo inquietante, a volte ci sorride sorniona.
Immaginiamo la curiosità, lo stupore, il turbamento degli antichi davanti a questo viso che ci guarda costantemente dall’alto. Anche gli animali sembrano attratti da questo disco nel cielo, come i lupi di cui si ritiene che la Luna ispiri l’ululato notturno. In realtà i lupi ululano alzando la testa non tanto per rivolgersi alla Luna quanto per farsi sentire dai compagni di branco più lontani. È stato comunque accertato che l’intensità e la frequenza degli ululati aumentano effettivamente nelle notti di Luna piena.
Dall’origine dei tempi, la Luna è sempre stata collegata all’oscurità, alla magia, al ciclo vitale, alla femminilità, ci ricorda le fluttuazioni della vita, col suo diminuire, scomparire, riapparire. Per l’uomo primitivo la Luna era più importante del Sole, una divinità che si diversificava nelle sue varie fasi; fasi che già migliaia di anni fa venivano riprodotte simbolicamente con incisioni su oggetti di osso o di pietra. Era venerata dagli Egizi, dai Fenici, dai Persiani, dai Greci, dai popoli italici, dai popoli di tutto il mondo: il suo culto è presente – in modi diversi – presso ogni cultura e ogni civiltà.
Persino la religione più diffusa sulla Terra ha regolato i suoi miti e i suoi riti sui cicli lunari: la Pasqua, la festa più importante del Cristianesimo, si basa sulla Luna. La resurrezione di Cristo viene infatti celebrata la domenica successiva alla prima Luna piena di Primavera.
(1 – Continua)