I colori dell’arcobaleno
A seguito delle manifestazioni della comunità afroamericana e all’esplosione del movimento Black Lives Matter nel 2020, il Juneteenth è stato finalmente riconosciuto come festa federale, quindi di tutta la Nazione: nel giugno del 2021 il presidente degli Stati Uniti Biden ha firmato la legge che istituisce il Juneteenth National Independence Day. Si tratta della prima nuova festa federale degli Stati Uniti da quando nel 1983 fu istituito il Martin Luther King Day.
Abbiamo parlato di discriminazioni tra “bianchi” e “neri”, termini con cui si definiscono solitamente i due gruppi più numerosi della popolazione statunitense, in generale i discendenti degli Europei e quelli degli Africani (mentre i popoli autoctoni “rossi” sono diventati ormai un’esigua minoranza). Ma “bianco” e “nero” non sono che due definizioni molto vaghe e imprecise per identificare le persone dal colore della pelle. Peraltro le sfumature della pelle sono molte di più, vanno dal marrone al giallo al rosso, appunto, e comunque la pigmentazione cutanea non è che una delle tante caratteristiche – forse la meno importante – che differenziano gli esseri umani tra loro. Che dire del colore dei capelli e degli occhi, della forma del naso, della statura, della lunghezza degli arti? Le differenze che ci contraddistinguono sono tante, anche tra fratelli, ma non per questo ci rendono migliori o peggiori gli uni degli altri. La diversità è piuttosto una ricchezza per l’intera società, è addirittura alla base dell’evoluzione, che deriva proprio dalle mutazioni casuali dovute alle differenze. Non sono le differenze fisiche, e nemmeno quelle etniche o culturali, a stabilire il valore e la dignità delle persone. Se tutti avessero le stesse opportunità e partissero dalle stesse condizioni iniziali, uguali per ognuno, non avremmo diseguaglianze nella società ma soltanto una sana e creativa diversità. Il che resta purtroppo un’utopia, nella società attuale.
Restiamo sempre affascinati dallo spettacolo dell’arcobaleno che si staglia in cielo quando, dopo la pioggia, il sole illumina l’aria ancora gonfia di umidità. L’arcobaleno ci meraviglia ogni volta, anche se ne abbiamo visti già tanti e anche se conosciamo il fenomeno fisico che lo crea. La sua bellezza sta nei colori che lo compongono, nelle striature variopinte che lo percorrono. Un arcobaleno di un’unica tinta sarebbe una nube insignificante, non accenderebbe il nostro stupore: è la sua varietà cromatica a renderlo affascinante. Anche il mondo è arricchito e abbellito quando la società è variegata e diversificata: tutti gli esseri umani sono individui unici, irripetibili, con le proprie esperienze e le proprie sensibilità. E coi propri colori, come gli arcobaleni. Lo cantava anche Louis Armstrong: the colors of the rainbow, so pretty in the sky, are also on the faces of people going by. What a wonderful world!
(4 – Fine)