Russia e NATO
La sottomissione dell’Ucraina deve avvenire attraverso la cancellazione e la “rieducazione” del suo popolo e la distruzione delle testimonianze della sua cultura. La denazificazione, l’obiettivo con cui Putin aveva giustificato l’invasione, non significava altro che questo. Il presidente ucraino è ebreo, nel Parlamento ucraino c’era un solo deputato di estrema destra, che è stato anche espulso e il cui partito è stato sciolto. Mentre nel parlamento russo ci sono 40 deputati di estrema destra, tutti al fianco di Putin. Senza contare le radici neonaziste del gruppo Wagner, che combatte per il Cremlino.
Dicevamo che l’Ucraina sarebbe solo una tappa, un test di Putin per saggiare il livello di permeabilità e arrendevolezza dell’Occidente, e dall’esito di questa aggressione dipende anche il destino dell’Europa. In realtà Putin ci ha già invaso da anni, seppur non militarmente, influenzando la Brexit, l’elezione di Trump e quelle dei sovranisti europei, ancora oggi sta influenzando proteste popolari in Kosovo, Moldavia, Georgia e altrove. Essere al fianco dell’Ucraina non è quindi solo un obbligo morale, di solidarietà e difesa di princípi comuni con chi viene aggredito nei propri confini, ma anche un’opera di prevenzione contro ulteriori volontà espansionistiche.
La metafora della NATO, che abbaia ai confini della Russia, funziona solo se la si considera come l’abbaiare di un cane da guardia che avverte dell’arrivo dei ladri. Peraltro, non possiamo paragonare la NATO alla Russia, come fanno in molti, in quanto si tratta di un’organizzazione tra Paesi alleati, che si allarga solo su richiesta dei Paesi richiedenti, con una complessa procedura. La Russia è invece uno Stato che cerca di allargarsi con le armi, invadendo i Paesi confinanti. L’allargamento della NATO viene autonomamente richiesto dagli Stati anche perché preoccupati dalla crescente aggressività russa, come è stato per Svezia e Finlandia. I missili installati nei Paesi dell’Europa orientale non servivano a colpire la Russia ma a intercettare quelli che la Russia ha puntato contro l’Europa. Lo slogan “né Russia né NATO” trasforma in un “derby” tra russi e americani quello che è uno scontro tra democrazia e libertà da una parte e tirannia e dittatura dall’altra. Bisogna scegliere da che parte stare, non si può restare a guardare né condannare l’invasione a parole ma affermare che bisogna comunque arrendersi alla Russia perché è una potenza nucleare, cedendole quanto ha illegalmente conquistato con la violenza. Sarebbe un precedente pericoloso: smettere di sostenere l’Ucraina per evitare la guerra atomica potrebbe spingere altre potenze nucleari a invadere i vicini, visto che nessuno avrebbe più il coraggio di reagire. Peraltro la stessa Ucraina era la terza potenza nucleare mondiale e col Memorandum di Budapest del 1994 firmato da tutte le potenze – compresa la Russia – ha ceduto a Mosca le sue testate atomiche in cambio della libertà, dell’autodeterminazione e dell’inviolabilità dei propri confini. Putin ha quindi violato quel memorandum e tradito quella firma.
Gli ucraini non stanno dunque difendendo solo il loro Paese, ma anche i nostri valori occidentali, liberali e democratici, contro l’assolutismo che vieta l’opposizione e la stampa libera, dal momento che in Russia dissidenti e giornalisti scomodi vengono arrestati, quando non uccisi. Basti ricordare alcuni nomi: Skripal, Litvinenko, Politkovskaja, Navalny…
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