Sette anni di sogno
Alcuni sogni sono talmente realistici e convincenti che persino le nostre abilità manuali ne vengono coinvolte. Uno dei sogni che ricordo meglio è quello che feci nel lontano 1979 in ospedale, quando venni operato di peritonite. Subito dopo l’operazione mi fu inserito nel naso un sondino naso-gastrico, un tubicino lungo e flessibile che dal naso arriva fino allo stomaco attraverso la faringe e l’esofago, per permettere l’alimentazione post-operatoria dei pazienti. Il sondino era terribilmente fastidioso e mi faceva dormire poco e male. Dopo una settimana di ricovero, col sondino nel naso, una notte mi apparve in sogno il chirurgo che mi aveva operato e gli chiesi (in sogno) di togliermi il sondino. Lui mi rispose (sempre in sogno) che potevo levarmelo da solo, e mi spiegò come fare. Io seguii le sue istruzioni e la mattina dopo mi svegliai senza sondino. Quando gli infermieri mi videro e mi chiesero stupefatti chi me l’avesse tolto, gli raccontai del sogno. Molto realistico, a quanto pareva, perché mi dissero che togliere un sondino non era un’operazione semplicissima (va fatta col paziente che deve trattenere il respiro in posizione semiseduta, va fermata l’apparecchiatura di somministrazione, il sondino va tirato con cautela in modo continuo ed uniforme…) e io l’avevo eseguita con successo. Il mio cervello aveva creato in sogno una situazione talmente realistica che mi fece acquisire nel sonno delle abilità che da sveglio non mi sarei mai… sognato.
Anche se quello del 1979 me lo ricordo ancora bene, solitamente ci dimentichiamo subito della maggior parte dei nostri sogni. Eppure tutti sogniamo ogni notte, in media quasi due ore a notte, a brevi intervalli della durata dai cinque ai venti minuti. Il tempo che viviamo nei sogni corrisponde quindi a quasi un decimo della nostra vita, sette anni di vita trascorsi a sognare. È un vero peccato che molti sogni, anche quelli più intensi e coinvolgenti, svaniscano all’improvviso pochi minuti dopo il risveglio, come bolle di sapone che, per quanto grandi possano essere, scoppiano e spariscono in un attimo, non lasciando più traccia di sé. È come se i sogni si spaventassero e fuggissero dallo stato di veglia e dalla conseguente razionalità che ne viene riacquistata. Se riuscissimo a memorizzare e annotare tutti i sogni che facciamo di notte, diventeremmo tutti dei grandi romanzieri e sceneggiatori. Ognuno coi propri racconti e col proprio stile.
Esistono in effetti differenze tra i tipi di sogni che facciamo, soprattutto tra i sogni degli uomini e quelli delle donne.
(3 – Continua)