Esce oggi, e certamente sarà una bella cosa per tutti rivedere quel ragazzo sincero e simpatico campeggiare di nuovo, scanzonato e dubbioso, sul grande schermo, come alla ricerca di un futuro che la vita gli ha brutalmente negato. Se n’è andato a 41 anni Massimo Troisi, il 4 giugno del 1994, lasciando attoniti e smarriti i suoi spettatori e, soprattutto i suoi amici. E sono i suoi amici che si raccolgono attorno al regista Alessandro Bencivenga (Exitus – Il Passaggio), per raccontarci di Massimo piccole cose che non sapevamo.
Devo dire, a onor del vero, che ne hanno raccontate alcune divertenti anche durante la conferenza stampa che è seguita alla proiezione del film, storie che forse per questioni di spazio, o per scelta, non sono state considerate nel montaggio. Per esempio che Massimo giocava tanto (soprattutto a calcio) con grande serietà. Come i bambini, che giocano sempre seriamente, così lui, alla vigilia delle partite della nazionale attori, organizzava visioni collettive delle partite già giocate, studiava e obbligava i compagni a studiare con impegno tutti i passaggi. E anche questo la dice lunga sulla serietà con cui affrontava le cose. Serietà che l’ha costretto a portare avanti il film Il postino anche se sapeva di stare tanto male e avrebbe dovuto fermarsi per tentare un trapianto cardiaco. Ma lì ebbe un gran peso la paura dell’intervento.
Il mio amico Massimo si apre e gira attorno alla sua controfigura ne Il postino, Gerardo Ferrara. Simile a Massimo Troisi fisicamente, viene chiamato per interpretare tutte le sequenze in movimento del film, perché Massimo non ce la fa a camminare, e va alleviata ogni sua fatica. E il ricordo commosso che ne fa questo alter ego è toccante e ci racconta un uomo sfinito che ha solo parole buone e gentilezze per chi gli sta intorno.
Tanti testimoni raccontano di Massimo: da Benigni a Lello Arena – che con Cloris Brosca è la voce guida del film – a Carlo Verdone, a Pippo Baudo, da Clarissa Bart, – che in quei tempi era la fidanzata di Troisi – a Maria Grazia Cucinotta, coprotagonista ne Il postino, fino agli amici d’infanzia di San Giorgio a Cremano, dove Massimo era nato nel 1953. Ci sono anche delle persone di cui forse si sente la mancata testimonianza, come il terzo compagno de La Smorfia, il trio comico che Troisi fondò con Lello Arena e Enzo Decaro, e che inizialmente si chiamava I Saraceni (lo sapevate? Io no). E mancano tutti i film, non ce n’è nemmeno un frammento, perché, dicono gli amici, quelli li avete visti e ve li ricordate, è il resto che vogliamo raccontarvi.
Un grande lavoro che restituisce solo in parte la verve e la forza creativa di un innovatore del nostro cinema, un ragazzo fantastico di cui tutti ricordano il gran cuore, un cuore malato da sempre, ma pieno d’amore per tutti.
IL MIO AMICO MASSIMO