La realtà, vista in un’ottica spietata e surreale, ci fa passare due ore e venti minuti in compagnia di creature apparentemente singolari che, a osservare bene il nostro quotidiano, popolano l’attualità: influencer bellissimi e ricchi sfondati, che condividono col pubblico attimo per attimo dal telefonino la loro storia d’amore, ignorando fino in fondo se si tratti d’amore o di puro interesse. Oligarchi russi che viaggiano con moglie e amante al seguito e hanno fondato la loro immensa ricchezza vendendo “merda”, nel senso letterale della parola, fertilizzanti insomma. Fabbricanti di mine antiuomo che sono una coppia di vecchi signori gentili e stralunati. Questi sono i personaggi principali del viaggio in uno yacht lussuosissimo che, come il Titanus, affonderà lasciando alla deriva il secolo intero. Con loro naturalmente il capitano (un meraviglioso Woody Harrelson), alcolista e marxista, e la “ciurma”, composta da decine e decine di bei giovani al servizio della ricchezza e di oscuri macchinisti e camerieri.
L’ottica spietata e surreale, che fa ridere amaro è quella del regista danese Ruben Östlund (Forza maggiore e The square), che a volte risulta un po’ prolisso. Con un quarto d’ora in meno il film sarebbe più incisivo e più accettato anche dalla critica, che in parte l’ha osannato (ha vinto la Palma d’Oro a Cannes) e e in parte l’ha denigrato.
Io personalmente amo Östlund, le sue scene, i suoi colori, il suo sottile humour, ma le scene di vomito e diarrea (provocati da una tempesta nel corso della navigazione) le ho trovate leggermente troppo insistenti, mentre l’incipit sulle prove dei giovani modelli tra brand aristocratici e brand più popolari è entusiasmante (vedi trailer).
Comunque adorabili nel loro dibattersi inutile all’interno del mood che si sono autocreati, i due bellissimi Carl e Yaya si fotografano per i loro follower cercando di dare un senso a quella che, a tutti gli effetti, potrebbe essere una coppia, ma non sembra esserlo.
Durante il naufragio – si salva solo un manipolo di naviganti dopo l’attacco di una nave pirata – si ribaltano i ruoli e i ricchi saranno a servizio di una addetta alle pulizie asiatica, Abigail, che ha di certo molta più conoscenza di come si sopravvive alle avversità e trova il modo migliore per godersi il suo improvviso cambio di prospettiva.
Chissà se Ostlund ha mai visto Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, ma la situazione di Carl e Abigail lo ricorda molto, anche se il finale – aperto – forse non riporterà tutto nei canoni, come nel film della Wertmuller.
Il triangle of sadness – per conoscenza – è quella zona tra le sopracciglia che mostra con gli anni il grado di tristezza che subiamo nella vita.
Regista:
TRIANGLE OF SADNESS
regia di Ruben Östlund
Drammatico, Commedia 2022
Svezia, Gran Bretagna, USA, Francia
149 min
Teodora Film