“Perdonami, sono tanto stanca. Non mi cercare.” Solo questo lascia scritto Giulia, prima di scomparire nel nulla. E suo marito Giovanni, nella casa improvvisamente vuota, si sente un naufrago. Il loro è un amore fatto di cose minime: la colazione al mattino, con le fette imburrate e la marmellata; un bacio volante prima di andare al lavoro e un altro più lungo la sera, quando lui torna dalla tipografia con le dita sporche d’inchiostro; abbracciarsi in giardino, tra le rose che lei ha potato con cura. Dopo una vita insieme, non hanno ancora perso la voglia di farsi felici l’un l’altra. O almeno, così credeva lui. Adesso Giovanni, in cerca di risposte, guarda tra i libri di Giulia e dagli scaffali pesca il più voluminoso: Anna Karenina. Comincia a leggere. E si convince che sua moglie abbia trovato un altro uomo, un amante focoso, un maledetto Vronskij. Geloso e amareggiato, si chiude in tipografia, deciso a creare una copia unica del capolavoro di Tolstoj: carta pregiata, copertina in pelle, nella speranza, un giorno, di farne il suo ultimo pegno d’amore per Giulia. Ma la vita non è un romanzo, procede per strappi lievi e imprevedibili. Quando il mistero della scomparsa si svela, Giovanni capisce che c’è sempre qualcosa che ci sfugge, e tutto ciò che possiamo fare è smettere di averne paura.
Proposto da Renata Colorni al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Non desta stupore che la pubblicazione presso Rizzoli dell’ultimo romanzo di Claudio Piersanti sia stata salutata con unanime consenso da parte della critica e del pubblico più avvertito, che hanno subito sottolineato con calore le indubitabili e già ben note qualità letterarie di uno degli autori più importanti della nostra narrativa, voce tanto schiva e inapparente – che rammenta la nobile ricerca letteraria di Romano Bilenchi – quanto autorevole e originale fin da quando, nel 1997, il suo libro Luisa e il silenzio, ottenne l’ambito Premio Viareggio. Ebbene, anche qui, anche in questo libro che ha un titolo enigmatico e lievemente sfottente; anche in questa storia di un amore coniugale che né i decenni trascorsi dalla coppia in unità indissolubile né il modesto tran tran di una esistenza piccolo borghese non immune da frustrazioni hanno minimamente scalfito perché quell’amore che definisce e lega i coniugi – lui è un bravissimo tipografo che per l’avvento delle nuove tecnologie ha perso il lavoro, lei una bella segretaria appassionata di giardinaggio – reca in sé la freschezza e il profumo delle cose indistruttibili ed eterne; anche nel racconto pacato di quotidiane abitudini e tenerezze di coppia che tutt’a un tratto vengono interrotte e lacerate dall’improvvisa sparizione di Giulia che provoca in Giovanni angoscioso spaesamento e paura, senso di perdita e di morte imminente; anche in questo libro, insomma, così breve e strano, a tratti improbabile per chi non ha dimestichezza con i puri di cuore, una specie di favola dolce e sinistra attraversata da cima a fondo da un brivido allarmante, Claudio Piersanti dà senso e spazio al mistero del silenzio e della solitudine, dimensioni fondative dei rapporti umani. Tutto questo grazie alla raffinatezza del suo intuito psicologico e alle risorse stilistiche innate della sua scrittura, che derivano da una lingua che ha la limpidezza del cristallo e da una straordinaria naturalezza e versatilità espressiva.»