IL LOCKDOWN DI EMILY DICKINSON
(Amherst,1830/1886)
I lockdown del Covid-19 mi fanno spesso pensare a Emily Dickinson, chiusa per trent’anni nella sua camera da letto, una vita vissuta nell’immaginario e comunque fonte di emozioni talmente forti da permetterle di scrivere un numero incredibile di poesie.
Nel 1855 durante un viaggio a Washington e a Philadelphia, Emily si innamora del reverendo Charles Wadsworth, sposato con figli. E’ un sentimento platonico, ma il pastore diventerà ispirazione per molti dei suoi componimenti. Dopo questo breve spostamento, la Dickinson decide di rinchiudersi al piano superiore della casa paterna di Amherst, intrattenendo solo rapporti epistolari con amici e conoscenti. A causa del sopravvenire di disturbi nervosi e di una grave malattia agli occhi, non uscirà neanche per il funerale dei suoi genitori.
Ha una sua solitudine lo spazio,
Solitudine il mare
E solitudine la morte – eppure
Tutte queste son folla
In confronto a quel punto più profondo,
Segretezza polare,
Che è un’anima al cospetto di se stessa:
Infinità finita. (1695)
Emily scrive soprattutto la notte, nel silenzio della casa, è in quel momento della giornata che può accadere di tutto, le pareti raccolgono la sua immaginazione, è una poetessa in grado di raccontare il reale rimanendo seduta al proprio scrittoio di legno. Scrivere le dà il senso del tempo che passa, a volte in una forma più contemplativa, altre in una più analitica. Scrivere diventa una possibilità, dove la vita è “allargare le mie piccole mani per accogliervi il Paradiso”.
Emily dimostra che è possibile vivere di sola poesia. Poesia di contemplazione della natura, di meditazione, di studio degli autori preferiti (Shakespeare, Keats, Emily Brontë), poesia che diventa cammino di crescita per conoscere se stessi.
C’è uno Squarcio di luce,
Nei Pomeriggi d’inverno –
Che opprime, come il Peso
D’una Melodia di Cattedrale –
Ferita Celeste, ci procura –
Non possiamo trovarne il segno,
Ma una interiore differenza,
Dove abitano, i Significati –
Nulla può insegnarcelo – Nessuno –
È il Sigillo della Disperazione –
Un’afflizione imperiale
Mandataci dall’Aria –
Quando viene, il Paesaggio ascolta –
Le Ombre – trattengono il respiro –
Quando va, è come la Distanza
Nello sguardo della Morte –
Alla scomparsa di Emily nel 1886, la sorella scopre all’interno del suo scrittoio 1775 poesie scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo, tutti contenuti in un raccoglitore.
La sua vita, potrebbe riassumersi nelle parole con cui la descrisse Natalia Ginzburg: «simile a quella di tante zitelle che invecchiano nei villaggi; con i fiori, il cane, la posta, la farmacia, il cimitero. Solo che lei era un genio».