INTERVISTA al poeta SILVIO RAFFO

SILVIO RAFFO

Silvio Raffo è un poeta, scrittore, critico letterario e traduttore.

Ultime pubblicazioni:

Narrativa: La voce della pietra, Il segreto di marie-belle, Lo specchio attento (Elliot)

Poesia: La ferita celeste (ediz. La vita felice), Il giovane dolore (ediz. Puntoacapo)

Antologia: Muse del disincanto, poesia italiana del 900 (ediz. Castelvecchi)

Traduzioni: Alfred Douglas, L’amore che non osa (Elliot)

 

1) Cos’è la poesia? Quale funzione ha nella tua vita?

 La poesia è una linfa vitale che irrora le vene di uno speciale fluido, rendendo visibili le forme dell’invisibile e dando a sua volta forma alle percezioni rendendole immagini. Qualcosa che per la maggior parte degli esseri viventi resta inespresso attraverso la poesia diviene creatura immortale.

2) Gli artisti hanno dei maestri di riferimento, quali sono i tuoi?

Per un poeta è inconcepibile non avere maestri. La mia è stata principalmente Emily Dickinson, ma mi hanno “formato” molto anche Pascoli e Gozzano.

3) Ci vuoi parlare dell’ultimo libro che hai pubblicato?

Poiché sono romanziere oltre che poeta, e l’attività di narratore ha per me uguale importanza della creazione poetica, parlerò del mio ultimo romanzo, LO SPECCHIO ATTENTO, in realtà  si tratta della riedizione del mio primo romanzo pubblicato nel 1987. E’ la storia di un ragazzo che non riuscendo a vivere esperienze gratificanti nella vita reale si inventa una “second life” di sesso femminile, ma anziché  liberarlo questa scelta crea una serie di tragici equivoci. Il fantastico si mescola al thriller, come in LA VOCE DELLA PIETRA, il mio romanzo più noto, da cui è stato tratto il film omonimo con Emilia Clarke.

4) Hai un nuovo lavoro in programma?

Sto lavorando su più fronti. Sto rivedendo le mie traduzioni da Philip Larkin, grande poeta inglese ignorato in Italia, dando gli ultimi tocchi alle 300 quartine de L’INGANNO DELLA VERITÀ e alle 53 quartine de IL TACCUINO DEL RECLUSO, silloge nata dall’esperienza del confinamento (non amo il termine lockdown). Presto vedrà la luce il mio ultimo romanzo GLI ANGELI DELLA CASA, altro thriller in prima persona maschile.

5) Per chiudere l’intervista, ci regali una poesia che per te ha un significato speciale?

A proposito di quartine, propongo all’attenzione dei lettori un testo ispirato dal tema dell’assenza, quel genere di assenza che Attilio Bertolucci definisce “più acuta presenza”:

VEDERSI O NON VEDERSI NON ALTERA L’AMORE/SE SI È RAGGI DI UN UNICO SPLENDORE/MAI LA QUERCIA VEDRÀ LA SUA RADICE/MA È QUELLA LINFA A RENDERLA FELICE