Lucia Rivadeneyra (Morelia, 1957)
Sei una lucciola
Ho deciso di strapparmi la memoria a pugni
e dimenticarti come il giornale di ieri
anche se resto senza oroscopo mordendomi le unghie
perché mentre io
spruzzo i cimiteri con cannella
cammino con Truffaut sul bordo dei marciapiedi
e sono un’orchidea che sa scegliere le sue albe
tu
mi offri l’amore col coprifuoco
adorni il mio letto con lattughe
tessi angoli retti con parole
e crei favole senza pane
e poi
che peccato
non sai baciarmi dentro
non hai guardato mai le palme delle mie mani
e non comprendi il mio modo di sequestrare la luna
sei una lucciola nei miei giorni
e un poco di mercurio nella mia estate.