Spazio e tempo
Questa coincidenza tra spazio e tempo, soprattutto in riferimento al passato lontano, a me sembra di “sentirla” quando ritorno nei luoghi della mia infanzia e gioventù. Un fenomeno che credo di condividere con chi ha vissuto le varie fasi della vita, soprattutto la giovinezza, in località diverse e distanti: gli ambienti dell’infanzia, le case, le strade, i giardini, tutto sembra ancora risiedere nel tempo in cui vi abbiamo trascorso i nostri giorni passati.
Durante le mie rare visite (pre-Covid) ai luoghi della periferia milanese, dove avevo vissuto decenni fa, mi tornavano in mente le persone che vedevo allora, i giochi che facevo con amici e compagni, le attività che svolgevo, anche le canzoni di quel tempo, che ascoltavo dalle “hit-parade” dell’epoca. Non avevo bisogno di alcuno sforzo mnemonico, mi bastava rivedere quei posti: un viaggio nello spazio che si trasformava immediatamente in un viaggio nel tempo. I miei fratelli e quei pochi amici con cui sono restato in contatto, e che sono rimasti a vivere là, ammiravano stupiti la mia memoria, si meravigliavano di come riuscissi a ricordare episodi ed eventi che loro avevano completamente rimosso. Ma non era un mio merito particolare: era solo perché, essendo partito e traslocato altrove, avevo lasciato in quei luoghi l’impronta di quei tempi. Per loro, che erano sempre rimasti lì, non c’era nessuna impronta; era stata spazzata via dal vento del tempo che vi ha soffiato sopra.
Espatriati, emigrati, profughi, tutti provano una grande angoscia nel ricordare anni e posti lontani, nello spazio e nel tempo. Ma spesso non c’è nemmeno bisogno di trasferirsi altrove per provare questa sensazione di lontananza: come abbiamo visto purtroppo troppo spesso, anche una catastrofe naturale – come un terremoto – può stravolgere irrimediabilmente i nostri luoghi, lasciandoli solo alla nostra memoria. A volte, poi, anche la rottura di una relazione, sentimentale o di amicizia, può generare un senso di abbandono e di addìo simile a quello che si prova nell’intraprendere un viaggio senza ritorno verso lontani lidi.
L’angoscia struggente della lontananza, sia spaziale che temporale, è stata evocata mirabilmente dal cantautore Luigi Tenco in diversi suoi brani, carichi di inquietudine e malinconia.
(2 – Continua)