Ogni mattina, da tutte le fattorie del paesino in riva all’oceano denominato, quasi fosse un presagio, Le Coup-de-Vague (“il colpo d’onda”), avanzano, nella melma e nei banchi di sabbia lasciati dal mare che via via si ritira, i carretti dei mitilicoltori che vanno a raccogliere ostriche e cozze. Tra loro, Jean e la zia Hortense, “coriacea, granitica”, dotata della “stessa consistenza delle ostriche e delle rocce”. Da lei, che è la vera padrona della casa e dell’azienda, e dalla zia Émilie, con la sua “faccia da suora”, Jean si lascia coccolare e tiranneggiare: gli va bene così, ha una motocicletta nuova, le partite a biliardo con gli amici, e tutte le donne che vuole, perché è “un pezzo di marcantonio, scuro di capelli e con gli occhi azzurri”. Ma sarà proprio come un’ondata, improvvisa, violenta, l’evento che travolgerà la monotona serenità in cui vivono: un giorno la ragazza che Jean frequenta da alcuni mesi gli annuncia di essere incinta. A sistemare la faccenda ci pensa, naturalmente, la zia Hortense: basta conoscere il medico giusto, e pagare. Le cose però vanno male, e Jean sarà costretto a sposarla, quella Marthe pallida, spenta e sempre più malata, di cui le zie si prendono cura con zelo occhiuto e soffocante. Fino al giorno in cui decideranno di mandarlo a fare un breve viaggio di lavoro…