Ilaria Palomba (Bari, 1987)
Solo una sigaretta, non chiedevi
altro. Fumavi affacciata e sentivi
tinnire le gocce. Stingevano le
crepe del palazzo, una donna
badiale ritirava il bucato. Non sapevi
la notte, quella stessa, sarebbe
deflagrata in bufera. L’uomo ti
teneva le mani e diceva: avanti,
nasconditi. Non avevi pareti in
cui cavarti, sgraziata e fragile,
spiovevi con l’inverno.
L’uomo disse: vattene. Sapevi
cosa sarebbe stato del tempo.
Sgretolato. Riversavi la brocca
altre cento volte. Il suono
del telefono. Madrigale
per un tormento. Nessuno avrebbe
risposto. Muri d’ospedale e crepe.
Ti volevano suicida, solo così
ti avrebbero amata. Rifiutasti
il sacrificio, la passione, perfino
la poesia. Preferisti la strada e
la pioggia che sgoccia dalle
tettoie. Non ho paura di te, posso
amare il cemento, l’assurdo.
(inedito, 2021)