Ghiannis Ritsos
(Malvasia, 1909 – Atene, 1990)
Neanche stanotte la luna piena.
Ne manca una parte.
Il tuo bacio.
Quando mi posavi la mano
sul ginocchio o sulla spalla,
o sul fianco
cambiava posa il mondo.
Ci spogliammo.
Chiudemmo fuori dalla porta
le case, i cani,
i giardini, le statue,
la morte.
Le mie mani ti ricordano
più profondamente della memoria.
Come mi sollevano in alto
i tuoi baci.
Mi perdo.
Tienimi.
Suonano alla porta.
Suona il telefono.
Niente.
Non ci siamo.
Noi due insieme
non ci siamo.
E la pioggia cospiratrice.
Circoli nel mio sangue,
mi riempi il corpo.
Contengo il mondo.
Non avevo da aggiungere
altro verso,
altra parola.
Nel tuo corpo vivevo
tutta la poesia.
Tutta notte
il tuo nome
mi cinguetta in bocca,
mi beve la saliva,
mi beve.
Il tuo nome.
Mi van strette le notti
in tua assenza.
Ti respiro.
Accendo fiammiferi,
mi taglio le unghie,
buco le lenzuola.
Manchi.
Queste minime cose
per noi due
come son grandi.
Tutte.
(da Erotica, sezione Corpo nudo, Crocetti Editore, 2002)