Una poesia, una storia…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cesare Pavese (1908-1950)

Notturno

E’ il 1938 quando Cesare Pavese rincontra Fernanda Pivano, studentessa di lettere, sua ex allieva del liceo classico d’Azeglio di Torino. I due si scambiano romanzi e poesie, Pavese la introduce alla letteratura americana. Pochi anni più tardi la Pivano porterà, come traduttrice, la Beat generation nell’Italia del dopoguerra. Cesare si innamora di lei, le chiede due volte di sposarlo, nel ’40 e nel ’45, ottenendo sempre un rifiuto. Le dedicherà tre poesie contenute in Lavorare Stanca: Mattino, Estate e Notturno. Fernanda Pivano si sposerà nel ’49 con l’amore della sua vita, l’architetto Ettore Sottsass.

Notturno

La collina è notturna, nel cielo chiaro.
Vi s’inquadra il tuo capo, che muove appena
e accompagna quel cielo. Sei come una nube
intravista fra i rami. Ti ride negli occhi
la stranezza di un cielo che non è il tuo.

La collina di terra e di foglie chiude
con la massa nera il tuo vivo guardare,
la tua bocca ha la piega di un dolce incavo
tra le coste lontane. Sembri giocare
alla grande collina e al chiarore del cielo:
per piacermi ripeti lo sfondo antico
e lo rendi piú puro.

Ma vivi altrove.
Il tuo tenero sangue si è fatto altrove.
Le parole che dici non hanno riscontro
con la scabra tristezza di questo cielo.
Tu non sei che una nube dolcissima, bianca
impigliata una notte fra i rami antichi.

(da Lavorare stanca, Einaudi, Torino, 1998)