Nel giorno della nascita di Sylvia, nel giorno della morte di Ted
SYLVIA PLATH e TED HUGHES, Un amore da morire
Si incontrano a Cambridge durante un party dove tutto avviene “come in un grande vento”. Lui le strappa la fascia dei capelli e la bacia quasi subito, lei lo morde forte su una guancia fino a fargli uscire il sangue. E’ amore a prima vista. Il 16 giugno 1956, dopo quattro mesi dal primo incontro diventano marito e moglie.
Sylvia Plath, americana di Boston, classe 1932, passa l’ infanzia in una casa davanti all’oceano con il fratello, una madre innamorata della cultura e il padre docente universitario che muore quando lei ha appena otto anni. Assente al suo funerale per volere della madre, non riuscirà mai a seppellirlo dentro di sè. Sarà lui il principale ispiratore, più o meno inconscio, delle sue poesie, il demone interiore che lei libererà per scrivere, ma che distruggerà irrimediabilmente la sua vita.
Sylvia diventa una studentessa modello, ha un’ ambizione sfrenata, vuole sempre primeggiare nel mondo accademico e letterario. L’eccellenza le serve per nascondere un vuoto interiore sempre più profondo. A vent’anni il primo tentativo di suicidio. Dopo un anno vince una borsa di studio per l’università di Cambridge.
Hughes nasce il 17 agosto 1930 nella campagna inglese dello Yorkshire, ama gli animali e la natura. Vorrebbe fare il guardiacaccia come il fratello, ma il talento poetico che ha dimostrato fin dal liceo sarà dominante. Si laurea a Cambridge in archeologia e antropologia dopo aver abbandonato gli studi in letteratura inglese che, a suo dire, limitano la creatività. Ha dei riconoscimenti letterari ad alto livello, fa parte di un gruppo di poeti con i quali fonda una rivista letteraria.
All’epoca dell’incontro con Sylvia abita a Londra dove vive di lavori precari. Hanno in comune una dedizione totale alla poesia e l’intenzione di cambiare il modo di scriverla.
Il matrimonio realizza il sogno: una vita insieme scrivendo. Si sostengono e influenzano scrivendo l’uno sul retro della brutta copia dell’altra, usando un unico cervello. E viaggiano,.fanno avanti e indietro tra l’ America e il vecchio continente.
Iside (Lettere di compleanno, Ted Hughes)
La mattina che partimmo per fare il giro dell’America
lei partì con noi. Era il più leggero
dei nostri bagagli. E tu avevi chiuso la partita con la Morte.
Alla fine avevate raggiunto un accordo:
lei poteva tenersi Papà e tu avere un figlio.
Macabro dibattito. Eppure ti era costato
due, tre anni, giorni di disperazione e pianti.
Alla fine ti eri strappata di dosso il vestito di morte,
l’avevi bruciato sulla tomba di Papà.
Dopo un periodo iniziale però l’Amore incomincia a deteriorarsi. Sono troppo diversi: l’uno è pieno di vita, l’altra ha tre elettroshock e un tentativo di suicidio alle spalle. La distanza tra loro si vede anche nelle poesie: il rapporto con la natura e gli animali per Ted; la fragilità e il rapporto con la morte per Sylvia. Con la nascita dei figli i problemi aumentano, la Plath si sente frustrata dalla routine della maternità, Hughes inizia una storia con Assia Wevill, l’affascinante moglie di un poeta canadese.
Quando Sylvia lo scopre, lei che nel nome della Poesia ha sempre voluto vivere un amore idealizzato, non può accettare la delusione dell’altro. E così manda via di casa il marito e scrive: “Quando dai a qualcuno tutto il tuo cuore e lui non lo vuole, non puoi riprenderlo indietro. Se n’è andato per sempre.”
Sylvia va a vivere con i figli a Londra nella casa appartenuta al tanto amato poeta irlandese W.B. Yeats. Inizia un periodo di ristrettezze economiche, ma anche di intensa attività letteraria che culmina nel 1963 con la pubblicazione sotto pseudonimo del romanzo autobiografico “La campana di vetro”. L’ accoglienza è inferiore alle attese dell’ autrice che già si sente schiacciata tra la voglia di affermarsi e il ruolo che la società del tempo impone a una donna.
Nelle prime ore dell’11 febbraio 1963 infila la testa nel forno dopo aver scritto l’ultima poesia intitolata “Edge” (limite) ed aver preparato la colazione per i suoi due bambini di tre e un anno. Sulla sua lapide verrà scritto: “Anche tra fiamme violente si può piantare il Loto d’oro”.
Edge (Limite)
La donna è la perfezione.
Il suo morto
Corpo ha il sorriso del compimento,
un’illusione di greca necessità
scorre lungo i drappeggi della sua toga,
i suoi nudi
piedi sembrano dire:
abbiamo tanto camminato, è finita.
Si sono rannicchiati i morti infanti ciascuno
come un bianco serpente a una delle due piccole
tazze del latte, ora vuote.
Lei li ha riavvolti
Dentro il suo corpo come petali
di una rosa richiusa quando il giardino
s’intorpidisce e sanguinano odori
dalle dolci, profonde gole del fiore della notte.
Niente di cui rattristarsi ha la luna
che guarda dal suo cappuccio d’osso.
A certe cose è ormai abituata.
Crepitano, si tendono le sue macchie nere.
Quando Plath muore Hughes in Inghilterra è un poeta molto più noto di lei. Lei diventerà famosa, eclissando la fama del marito, solo dopo la morte con la raccolta di poesie Ariel, scritte durante la separazione e pubblicate postume nel 1965.
Ted Hughes rimarrà in silenzio per più di trent’anni nonostante le accuse per il suicidio della moglie. Il 29 gennaio 1998, in maniera del tutto inaspettata com’è nel suo carattere, dà alle stampe la raccolta poetica intitolata Birthday Letters, una conversazione con Sylvia alla ricerca di ricordi. Ted è costernato e si domanda “cos’è successo quella notte, la tua ultima notte? Poi una voce come un’arma scelta, o un’iniezione precisa ha freddamente consegnato al mio orecchio le quattro parole: vostra moglie è morta”.
La pubblicazione della raccolta sarà la chiusura della sua carriera, ma anche del legame indissolubile che lo lega a Sylvia Plath. Tutto è iniziato con lei, e con lei deve chiudersi. L’ultima fatica letteraria della sua brillante carriera da Poeta Laureato inglese. Morirà di tumore il 28 ottobre dello stesso anno.
Sylvia.Plath, Diari, Adelphi 2004
Sylvia Plath, Opere, Mondadori 2002
Ted Hughes, Poesie, I Meridiani Mondadori
Ted Hughes, Lettere di compleanno, Oscar Mondadori 2000
Erica Wagner, Sylvia e Ted, La Tartaruga edizioni