Federico García Lorca
(Fuente Vaqueros, 1898 – Víznar, 1936)
Alba
Il mio cuore oppresso
con l’alba avverte
il dolore del suo amore
e il sogno delle lontananze.
La luce dell’aurora porta
rimpianti a non finire
e tristezza senza occhi
del midollo dell’anima.
Il sepolcro della notte
distende il nero velo
per nascondere col giorno
l’immensa sommità stellata.
Che farò in questi campi
cogliendo nidi e rami,
circondato dall’aurora
e con un’anima carica di notte!
Che farò se con le chiare luci
i tuoi occhi sono morti
e la mia carne non sentirà
il calore dei tuoi sguardi!
Perché per sempre ti ho perduta
in quella chiara sera?
Oggi il mio petto è arido
come una stella spenta.
Granada, aprile 1919
(da Poesie, Newton Compton 1970)