La sede romana di Gagosian apre il 10 di settembre una mostra di opere del pittore statunitense Stanley Whitney (Filadelfia, 1946), in programma fino al 17 ottobre: si tratta della sua prima mostra con Gagosian oltre che della prima significativa esposizione a Roma, città dove Whitney ha vissuto per cinque anni negli anni Novanta. La mostra presenta opere realizzate a New York e a Bertacca in Italia.
Whitney propone un linguaggio astratto che interrompe la struttura lineare della griglia, riempiendola di nuove e inaspettate cadenze di colore, ritmo e spazio: l’artista trae ispirazione da fonti diverse come le opere di Piet Mondrian, il free jazz, e le trapunte americane, componendo le sue tele con blocchi e barre in un gioco cromatico di “botta e risposta”. Whitney ha trascorso molti anni sperimentando il potenziale di una singola tecnica compositiva, dividendo liberamente tele quadrate in registri multipli. L’olio applicato sottilmente conserva il suo tocco vivace pur permettendo un certo grado di trasparenza e di tensione ai bordi di ognuno dei brillanti riquadri. Utilizzando tele di varie dimensioni, l’artista esplora gli effetti variabili delle sue geometrie disegnate a mano libera, sia in grande scala che in formato più intimo, mentre applica abilmente successivi blocchi di pittura rispondendo al richiamo di ogni colore.
Un viaggio formativo in Italia nel 1992 (Whitney ha poi vissuto a lungo nel nostro paese) lo ha portato a modificare il suo approccio trasformando le sue composizioni da slegati insiemi di forme amorfe alle più solide e sovrapposte disposizioni che caratterizzano il suo stile maturo. Sono state l’arte romana e l’architettura (incluse le facciate del Colosseo e di Palazzo Farnese e i ripiani delle urne funerarie esposte al Museo Nazionale Etrusco) ad aver ispirato in Whitney la relazione tra colore e geometria. L’Italia rimane peraltro una fonte di ispirazione fondamentale e duratura per Whitney, che trascorre le sue estati dipingendo in uno studio vicino a Parma. Lavorando in Italia, Whitney adatta la tavolozza alla storia che lo circonda, permettendo alle tonalità tenui (il beige, i marroni e i rossi Pompeiani) di assumere un ruolo importante nelle sue ricche e varie composizioni.
Stanley Whitney vive e lavora tra New York e Parma, Italia. I suoi lavori sono inclusi, tra le altre, nelle seguenti collezioni: Metropolitan Museum of Art, New York; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, NY; Philadelphia Museum of Art; High Museum of Art, Atlanta; Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, MO; e National Gallery of Canada, Ottawa. Tra le mostre personali si annoverano Recent Works, A.A.M. Architettura Arte Moderna, Roma (2004); Omi International Arts Center, Ghent, NY (2012); Dance the Orange, Studio Museum in Harlem, New York (2015); e FOCUS, Modern Art Museum of Fort Worth, TX (2017). Whitney ha partecipato a Documenta 14 (Kassel, Germania; e Atene) nel 2017.
Per informazioni è possibile visitare il sito di Gagosian.