Ana Gorria (Barcellona, 1979)
Sembra che questo corpo sembra che sia pruno.
Sul roveto arsero le parole. Un fiore
rompe il tempo,
dal limite del cielo nasce una mano contro.
Sono quella che sono.
L’ombra che si disgrega contro la sua ombra,
sembra che questo corpo sembra che sia un giunco,
che le cose sfumino contro il loro limite.
Il vento ci attraversa, la musica non suona, il pube
che torna a fiorirci: carne di fretta e di fuga.
Un coltello sembra che si levi.
Sono quella che sono.
Il corpo innalza il vuoto, è
la spirale di me stessa verso me stessa verso me stessa:
la chiave che appare e scompare e fiore, fil
di lama del coltello.
Cammini.
Sono quella che sono.
(La soledad de las formas, 2013)