Roberta Dapunt (Val Badia, 1970)
Ho compreso, colmato di carezze il silenzio
Ho compreso, colmato di carezze il silenzio,
ho trasportato il suo acume dalla tua carità alle mie orecchie,
per non ricusare, oppormi alla tua quiete.
Mi hai portata nella tua mancanza di suono,
nel non dire, tra le pause della tua voce
e mi hai accompagnata fino all’assenza totale dei rumori.
Ho capito l’astensione del parlare,
la muta esistenza del corpo.
Mi hai dato in mano il suo accordo all’abbandono
delle richieste, dei tuoi desideri.
Mi hai consegnato tutto nella tua privazione
e senza rimpianto e senza nostalgia da un giorno all’altro
non hai più detto, non hai proferito, non risposto, non hai capito.
E da lì, dal tuo tempo distante, coerente luogo il tuo,
non hai cambiato silenzio, non lo hai più tradito.
(Le beatitudini della malattia, Einaudi 2013)