Che si spezzi il cuore
affidato ad un corpo
che vuole e non vuole morire;
anzi disvuole volendo la morte
tacita e notturna, in una stanza
nottivaga, libera da storie
magica stanza inquieta nella mano
palpitante e sincera la mano
che calza la mattina, la copre
le coperte sventagliate al sole
che sta lì dinanzi al vento
di albe e mattine.
Dario Bellezza (Roma, 5 settembre 1944 – Roma, 31 marzo 1996)