I due Papi è un film di alta qualità, firmato da Fernando Meirelles e “figlio” dell’opera teatrale di Anthony McCarten che oltre al soggetto, ha scritto anche la sceneggiatura. Un film interessante, intelligente, che vive di parole e di interpretazioni, con due attori come Anthony Hopkins, alta scuola britannica di recitazione nei panni di Ratzinger, e Jonathan Pryce che dona al suo Bergoglio naturalezza e incisività. Dopo il passaggio in sala cinematografica I due Papi è ora visibile su Netflix e sarebbe davvero un errore imperdonabile, oltre che sciocco, non opzionarne la visione in originale. Nel film si parla in inglese, in spagnolo, in italiano e in latino, oltre a qualche fugace parola di tedesco. Sfumature che simboleggiano molto e che inevitabilmente si perdono nell’appiattimento nel doppiaggio.
Da Sorrentino a Meirelles, dalla fiction alla realtà
Dopo la full immersion nel mondo Vaticano di Sorrentino, tra The Young Pope e The New Pope (dal 10 gennaio su Sky Atlantic), anche I due Papi cattura e ripropone location, atmosfere, rituali familiari a chi ha visto la serie di Sorrentino. Ma stavolta non c’è finzione, I due Papi sono quelli veri, Benedetto XVI e Francesco, Ratzinger e Bergoglio. Una sceneggiatura nata raccogliendo frasi, frammenti di dichiarazioni realmente pronunciate dai due Pontefici, condita con elementi di raccordo e con ciò che fa emergere e racconta le loro visioni, agli antipodi, della vita e della Chiesa. Tanto conservatore e lontano, avulso dalla realtà quotidiana, il tedesco. Tanto semplice e genuino, parte della vita vera e tormentata di ogni giorno l’argentino. Il quale aveva una fidanzata, tifava e tifa ancora San Lorenzo da grande appassionato di calcio, conosce i Beatles e ha ballato il tango. Un uomo di Chiesa con un tormento nel cuore risalente ai tempi della dittatura argentina di Videla, dei Mondiali di calcio che servirono al regime, con la solita complicità dello sport mondiale, sempre fenomenale nel volgere altrove lo sguardo, nell’ignorare le tragedie infischiandosene di tutto ciò che dovrebbe denunciare, anche semplicemente non accettando di giocare dove regnano i dittatori. Tra pochi mesi succederà ancora, con la finale di Champions League a Istanbul. I due Papi è anche questo, una lezione di storia, pubblica e privata, che attraverso il dramma interiore di Bergoglio, fa rivivere gli anni bui dei desaparecidos, la vigliacca e silenziosa guerra civile unilaterale vissuta dagli argentini, la disperazione delle madri della Plaza de Mayo.
Papa Francesco, Pontefice umano
Il film ha ambizioni elevate e direi che centra il bersaglio, raccontando un momento storico della Chiesa, con un Papa che si dimette e il suo avversario, da cui tutto lo divide e lo separa, che ne diventa il successore abbandonando una visione conservatrice, repressiva e ristretta, che aveva allontanato i fedeli. Ed è proprio nella spiegazione dell’origine di questa visione opposta che il film vive uno dei suoi momenti chiave, riuscendo a far conoscere l’uno e l’altro. Senza giudizi, semplicemente lasciandoli raccontare. Guardando I due Papi si comprenderà ancor di più la grandezza di Papa Francesco, un Pontefice umano, e la sua popolarità presso il popolo, anche quello non particolarmente religioso o credente. Ed è molto bella e significativa la scena che vede i due Papi assistere insieme alla finale dei Mondiali di calcio in Brasile, nel 2014, tra i loro Paesi, l’Argentina e la Germania, con il gol annullato ad Higuain e la rete del trionfo tedesco firmata da Mario Götze .
I due Papi | La battuta
Come si suicida un argentino? dice Bergoglio a Ratzinger. Si arrampica sul suo ego e poi si getta di sotto….
I due Papi | La scheda
I DUE PAPI – 2019, Regno Unito, Argentina, Italia. Durata: 125 minuti. Su Netflix dal 20 dicembre 2019. Regia: Fernando Meirelles. Interpreti: Jonathan Pryce, Anthony Hopkins, Juan Minujin, Libero De Rienzo, Renato Scarpa,. Sceneggiatura: Anthony McCarten . Su Netflix in edizione originale (inglese, spagnolo, italiano, latino), con sottotitoli in italiano.