È troppo tardi?
Finché si estinguevano specie esotiche sconosciute, si intossicavano mari e oceani lontani, sparivano foreste distanti e irraggiungibili, la questione ecologica ci preoccupava fino a un certo punto. Ora però l’inquinamento dell’ambiente inizia a presentarci il conto, poco a poco. Comincia davvero a interferire con la nostra vita quotidiana. A rovinarci le vacanze. Pioggie torrenziali spazzano via le nostre strade, maree sempre più alte si mangiano le nostre spiagge e i nostri campeggi, trombe d’aria e uragani scoperchiano le nostre case… Iniziamo a preoccuparci davvero. E queste sono le conseguenze nefaste del nostro comportamento negligente, durato anche troppo a lungo. Come ci ricorda continuamente Greta Thunberg.
Ormai siamo già in pieno dentro al “climate change” e ne stiamo subendo gli effetti. Basti vedere quello che sta accadendo nel mondo, le catastrofi dovute al clima impazzito; da un lato spaventose inondazioni dovute a uragani impetuosi, dall’altro incendi devastanti alimentati dal calore estremo, com’era mai accaduto finora. In Siberia, in Amazzonia e, mentre scriviamo, l’Apocalisse in Australia. Forse è troppo tardi per tenere a freno il cambiamento climatico e per mantenere questo pianeta vivibile. Ma in ogni caso non servono – o per lo meno non bastano – provvedimenti legislativi dall’alto. Ci vuole una presa di coscienza che coinvolga tutti, un cambio di atteggiamento generale, una nuova maniera di vivere; come quando in vacanza siamo “costretti” a cambiare le nostre consuetudini, a rinunciare a qualche comoda abitudine, pur di gustarci le ferie e godere fino in fondo dell’ambiente in cui ci troviamo. Ecco, appunto: soltanto il nostro rapporto con l’ambiente può salvare l’equilibrio ecologico della Terra, sempre che siamo ancora in tempo. Un rapporto innanzitutto di rispetto e di amore per la Natura in sé, senza tornaconti personali. Che poi il tornaconto alla fine c’è sempre perché, come diceva la teoria di “Gaia” e come affermava Fritjof Capra nei suoi libri (“Il Tao della fisica”, “La rete della vita” e altri) tutto il mondo è strettamente connesso, la Terra è un unico sistema vivente le cui parti sono tutte interagenti tra loro.
Dopo tutto, discendiamo tutti da un unico batterio unicellulare, antenato comune di tutto il mondo vivente, animale e vegetale. E già solo questo dovrebbe bastare a farci ripudiare ogni forma di violenza contro gli altri viventi e contro la Natura.
L’ambiente è la nostra casa comune, una casa che, come dicevano i nativi americani, abbiamo solo preso in prestito dai nostri figli. A cui abbiamo la responsabilità di lasciarla integra. Anche perché non ce n’è un’altra di riserva, dove traslocare in caso di emergenza. “Non esiste un pianeta B”, recitano i cartelli degli studenti attivisti del clima. Quindi dobbiamo convivere nel nostro e proteggerlo con cura e rispetto.
L’ambientalismo è questo, dunque molto più che combattere i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Ecologia, non solo economia. Anche se nessuno ci dovesse regalare niente, anche se non dovessimo guadagnarci nulla, l’importante è curare e accudire la nostra casa.
Quando stiamo bene in un posto, insieme ad altra gente, che magari nemmeno conosciamo ma che ci sembra simpatica e affabile, in una bella atmosfera, diciamo di trovarci in un “bell’ambiente”. Ecco, cerchiamo di conservarlo sempre così bello, il nostro ambiente. Anche perché non c’è alternativa: non abbiamo futuro, in un ambiente brutto.
(4 – Fine)