Federico Garcia Lorca alle cinque della sera
Federico García Lorca, accusato di essere socialista, omosessuale e massone, viene fucilato da una truppa franchista il 19 agosto 1936. Ha solo 38 anni. Il suo corpo, buttato in una fossa comune, non verrà mai ritrovato. Con la morte di Franco, nel 1975, torna ad essere un esponente fondamentale della vita culturale spagnola. Sulla sua morte Pablo Neruda così scrive:
“L’assassinio di Federico fu per me l’avvenimento più doloroso di un lungo combattimento. La Spagna è sempre stata un campo di gladiatori; una terra con molto sangue. L’arena, con il suo sacrificio e la sua crudele eleganza, ripete l’antica lotta mortale fra l’ombra e la luce”.
Federico nasce in Andalusia nel 1898, regione a cui rimarrà sempre fortemente legato, nonostante scelga di vivere a Madrid. Scrive poesie e opere teatrali in cui mescola influssi dell’avanguardia europea con la poesia popolare spagnola. Appartiene alla Generazione del ‘27, un gruppo di artisti spagnoli che si riunisce per la prima volta a Siviglia nel 1927 per commemorare il poeta Luis de Gongora. Mecenate e sostenitore del Gruppo è un suo grande amico, Ignacio Sànchez Mejías (1891), intellettuale e poeta che, talmente appassionato del folclore andaluso, decide di diventare un torero. Ritiratosi non appena passata la giovinezza, riprende a 42 anni come una scelta di morte. Verrà ucciso da un toro nell’arena di Manzanares. E’ il 1935.
Llanto por Ignacio Sánchez Mejías è un elogio funebre che Garcìa Lorca scrive per il suo amico Ignacio nello stesso anno della morte. E’ un componimento poetico in quattro parti: La cogida y la muerte (La cornata e la morte) scandito dall’ossessionante ritornello “A las cinco de la tarde” (Alle cinque della sera); La sangre derramada (Il sangue sparso), scandito sul verso “Que no quiero verla!” (No, non voglio vederlo!); Cuerpo presente (Corpo presente) e Alma ausente (Anima assente).
Nella poesia La cornata e la morte, il verso cadenzato e ripetuto “alle cinque della sera”, descrive la disperazione della tragedia che si compie alle cinque della sera, e il dolore per la morte dell’amico, un dolore consumato nel sangue e nella polvere di un’arena.
La cornata e la morte