Jessica Farris è una giovane truccatrice che, allettata da un cospicuo guadagno extra, decide di partecipare a uno studio sperimentale sulla morale e sull’etica condotto da una autorevole psichiatra della New York University.
Quando Jessica comprenderà di essere stata coinvolta in dinamiche che non afferiscono a un interesse accademico, ma a interessi personalissimi e patologici propri di chi sta cercando di manipolarla, dovrà agire con estrema cautela, perché saprà di confrontarsi con interlocutori in grado di anticipare i suoi pensieri, ancor prima che le sue mosse.
Un thriller psicologico che si fa perdonare le ingenue incongruenze di una trama che non convince fino in fondo, con il pregio di coinvolgere il lettore anche più smaliziato grazie ad un ritmo narrativo ben calibrato, che accelera soprattutto da metà narrazione in poi in un perfetto crescendo.
La coppia di autrici Greer Hendricks e Sarah Pekkanen, reduci dal successo dello scorso anno “La moglie tra di noi”, ci riprova con questo romanzo che, pur avendo i limiti anzidetti, è gradevole, e dispensa qua e là piccoli affondi introspettivi non privi di originalità.
E ci prospetta uno dei possibili scenari relativi a un tradimento coniugale.
Come quello, ad esempio, in cui il coniuge tradito sia un soggetto che ha elaborato l’accettazione di un grave lutto del passato considerandolo quale evento consequenziale ad un canone morale disatteso.
E come quello in cui il medesimo soggetto, pertanto, sia uno strenuo fautore dell’ortodossia al principio della fedeltà e sia pazzamente innamorato del fedifrago.
E come lo scenario in cui il corto circuito emotivo conseguente alla scoperta del tradimento possa generare, sempre nello stesso soggetto, uno stravolgimento dei canoni ai quali si sia sempre attenuto, facendolo diventare estremamente pericoloso, per se stesso e per gli altri.