Ad Alfred Hitchcock non sono mai piaciuti gli attori in generale e le attrici in particolare. Eppure pochi registi hanno saputo valorizzare e magnificare le donne sul set. Un rapporto mai facile e mai banale. Con alcune grandi eccezioni. Le chiamano Le bionde di Hitchcock (è anche il titolo di un libro di Thilo Wydra, Jaca Book editore). E sono dive del calibro di Grace Kelly, Ingrid Bergman, Kim Novak, Tippi Hedren (con il regista inglese nella foto). Ci sono anche delle non bionde, come Shirley MacLaine. Ma, per dirla con Alfred Hitchcock, sono le more che sono «bionde dentro». La visione di Hitchcock, che forse oggi verrebbe etichettata come maschilista, è complessa. E pone sempre il film al centro. Le attrici, quindi non solo altro che mezzi per uno scopo. Sulla celluloide, quindi, vuol dire declinare la sua leggendaria suspense anche a livello sessuale. «Non ho mai voluto una bionda scontata, di quelle che esibiscono il proprio sesso al collo come un gioiello. Preferisco invece che il pubblico lo scopra pian piano. All’inizio non si dovrebbe capire se è sexy o meno. Magari è bella, forse è un po’ fredda. Quindi, per esempio, cos’ho fatto in Caccia al ladro? Ho continuato a riprendere Grace Kelly di profilo apposta, fredda, distante; e poi, proprio sulla porta dell’appartamento, si gira e affonda la bocca in quella di Cary Grant. Anche in questo modo si trasmette al pubblico un messaggio chiaro e tondo, però non da subito».
Le bionde di Hitchcock. L’invenzione di un’icona. 83 fotografie da 19 film. Ediz. illustrata
di Thilo Wydra
Prezzo € 42,50