“Dracul”, con il sottotitolo “Come tutto ebbe inizio”, è la storia di Bram Stoker, antenato di uno dei due coautori di questo libro, nonché “padre” di Dracula, il celeberrimo romanzo pubblicato nel 1897 che segnò l’acme e anche la fine del genere narrativo gotico.
E’ la storia dell’infanzia e della giovinezza di Bram, e delle inquietanti esperienze che lo portarono poi alla stesura del romanzo che renderà Dracula il vampiro più famoso per e di sempre.
La storia si svolge principalmente su due diversi piani temporali, quello attuale, dell’anno 1868, che vede Bram barricato nella torre di un’abbazia assediato da creature molto, molto malvagie, e quello che inizia dalla sua infanzia fino ad arrivare agli eventi più recenti, raccontata nel diario che Bram sta scrivendo proprio mentre è rinchiuso nella stanza posta in cima alla torre ghermita dalle creature malefiche.
Il racconto parte dall’infanzia di Bram Stoker, segnata da una malattia che lo costringe a letto, e dalla vicinanza della sorella Matilda e della tata Ellen, una giovane donna, bella, pallida e misteriosa, l’unica in grado di non far soccombere Bram alle crisi acute della sua malattia, curandolo in un modo efficacie anche se a dir poco anticonvenzionale, come si scoprirà in seguito.
Bram e Matilda sono ancora ragazzini quando iniziano a notare delle stranezze nel comportamento di tata Ellen, si accorgono, per esempio, che fa finta di mangiare, si domandano dove vada quando scompare per giorni ritornando poi a casa ringiovanita, scoprono particolari raccapriccianti quando perlustrano la sua stanza…
Quando infine Bram viene colto da un accesso della sua malattia più violento del solito, e lo zio medico gli cosparge il corpo di sanguisughe, solo il fermo intervento di tata Ellen, che si chiude in camera da sola con lui cacciando via tutti, farà non solo superare a Bram la crisi, ma opererà il miracolo di guarirlo completamente, rendendolo addirittura forte e immune da tutti i malanni.
Come tata Ellen sia riuscita a far guarire Bram definitivamente, i suoi genitori non se lo domanderanno mai, attribuendo il “miracolo” all’intervento dello zio medico e alle sue sanguisughe.
Come tata Ellen ci sia riuscita, lo scoprirete invece voi, se avrete la pazienza di leggere questo libro.
Operato il “miracolo” della guarigione definitiva di Bram, tata Ellen scomparirà dalle loro vite, per ricomparire solo 12 anni dopo, determinando in Bram e Matilda la necessità di affrontarla per far luce sugli incubi e sui misteri che li condizionano fin dalla loro infanzia.
Questa è a grandi linee la trama del romanzo.
Inizio con il dire che la copertina rigida con il fondo nero e i caratteri bianchi, è classica, perfetta per questo romanzo, e molto elegante.
Elegante anche la prosa degli autori, nonostante le esigenze narrative del genere necessitino di un frequente indugiare sulla descrizione di fluidi ematici, animali e umani, vermiciattoli viscidi, melme putrescenti e maleodoranti, pipistrelli, ratti, rettili, e tante altre amenità di questo tipo.
Intrigante, infine, la circostanza che uno dei due autori sia un diretto discendente del protagonista del romanzo.
Ma non basta.
Il ritmo comatoso da romanzo gotico dell’orrore, lungi dal determinare nel lettore un crescendo di tensione emotiva, semmai, lo narcotizza, facendolo precipitare spesso in un profondo stato di letargia.
Il racconto è noioso, e neanche il finale, la sua parte più bella, riesce a riscattarlo.
Un’operazione commerciale non riuscita, ancor prima che un romanzo privo di mordente, nonostante l’argomento trattato, che mi auguro non induca il vecchio Bram a risvegliarsi per vendicarsi con il suo bis-tris nipote, colpevole di aver profanato la memoria della sua immonda creatura.