L’ordine del giorno di Éric Vuillard racconta l’Anschluss e i prodromi di quella che fu la tragedia del nazismo. E ce li racconta con uno stile avvincente e lucido, che fotografa momenti e dettagli apparentemente secondari che invece nel quadro della storia saranno forse i soli a spiegare l’accaduto. Sempre che ci possa essere una spiegazione alla perdita totale di umanità. Alle volte basta spostare la luce su un particolare per avere un quadro d’insieme più chiaro, certi dettagli, a saperli leggere, fanno della banalità del male un accadimento che è possibile prevedere.
L’ordine del giorno comincia con l’entrata in scena di 24 grandi industriali tedeschi, chiamati a prender parte ad una riunone con l’intento di convincerli a finanziare Hitler e il nazismo nascente, per partecipare al disegno politico con la promessa di far salire gli incassi delle loro aziende. Quegli stessi industriali i cui nomi ancora invadono il nostro mercato (Opel, Siemens, Krupp…) e che non tanto tempo dopo quella riunione accrebbero i loro profitti sfruttando come schiavi i prigionieri dei lager, ebrei, zingari, avversari politici.
L’ordine del giorno è un libro piccolo e prezioso, vincitore nel 2017 del prestigioso Premio Goncourt, il cui autore, Éric Vuillard è uno sceneggiatore e regista francese nato nel 1968, evidentemente appassionato di storia, visto che anche due dei suoi precedenti lavori partono da uno spunto iniziale che ha a che fare con fatti storici: la caduta dell’impero Inca per Conquistadors (2009) e la rivoluzione francese per 14 juillet (2016).
In questo, che è considerato un saggio ma si legge come un romanzo, la resistenza dell’Austria, l’entrata dei tedeschi a Vienna, la promulgazione delle leggi razziali e la persecuzione degli ebrei vengono narrati, capitolo dopo capitolo, attraverso personaggi che hanno fatto veramente quella storia (Schuschnigg, von Ribbentrop, Chamberlain, Churchill…).
Mostrando le falle nella tessitura dell’ordito, su cui si sarebbe potuto fare leva per impedire tutto quel che è stato, Vuillard vuole dire che il male è sempre arginabile se solo lo si vuole arginare, che molti dei suicidi di quei giorni nefasti furono messi in atto da chi aveva capito e si sottraeva all’orrore.
Eppure l’autore riesce a raccontarci quei giorni terribili rivestendoli con una patina di ironia, come se li vedessimo in un film e scena dopo scena ci mostra gli strappi, i paradossi, le cantonate dei potenti e ci fa persino ridere, perché dopo, quando tutto è finito e si è pianto tanto, si trova sempre qualcosa per cui sorridere e dire “che sciocchezza, se avessimo capito prima, se solo fossimo stati più attenti!”.
Anche per questo, per evitare di risvegliarci senza aver capito, è bene leggere L’ordine del giorno.
Lo legge anche Salvador Mallo, il protagonista dell’ultimo film di Pedro Almodòvar, di cui ho parlato proprio ieri su questo stesso blog: dolor y gloria
Titolo: L’ordine del giorno
Autore: Éric Vuillard
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: Edizioni E/O
Genere: Saggio storico
Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
Pagine: 137
Prezzo: € 14,00