Lega al 34 %, PD al 22 e 5s al 17. Cosa cambia?
Il governo andrà avanti, Salvini non si capisce perché dovrebbe rinunciare a quello che gli ha permesso di raddoppiare i consensi. Con lui vincono anche le periferie non solo geografiche ma anche mentali con il suo modo “elementare” di fare propaganda. Ma torna a vincere anche il nord del “ghe pensi mi” e del “terun”. Basta guardare il voto distribuito per zone geografiche per vedere che il nord lo sostiene.
I 5s diretti da DiMaio sono con le spalle al muro. Il Masaniello napoletano tra tornare a vendere bibite allo stadio e fare il ministro rimarrà attaccato una volta di più alla sua poltrona. Così i suoi sherpa parlamentari.
L’Europa continuerà a non essere sovranista. Ci sarà una redistribuzione delle percentuali ma non cambierà molto checché Salvini ne dica dando informazioni non corrette al suo elettorato ancora ieri sera nelle prime dichiarazioni post voto.
Lo spostamento a sinistra degli ultimi due mesi di DiMaio ha accelerato la fuga dal movimento della parte destrorsa del suo elettorato ma ha fermato al 17 % lo zoccolo duro del movimento. Sarebbe erroneo a nostro avviso se DiMaio ora che la lega chiederà un maggior rispetto delle sue prerogative l’appiattirsi su questa linea da destra reazionaria. Rischierebbe di cancellare definitivamente il suo movimento, ma temiamo siano ragionamenti non ben accetti al leader 5s.
In pratica 4 milioni di elettori 5s in fuga si sono ricollocati sul blocco leghista. Riflettano.
Il PD sostanzialmente rimane sulle stesso numero di elettori delle passate elezioni e solo una percentuale di votanti più bassa e la scomparsa di Leu gli permettono di ottenere un 22 % più apparente che sostanziale. Altro che bipolarismo caro Zingaretti!
Colpiscono anche le dichiarazione di una Bonino che si afferma delusa: gli Italiani non hanno abbastanza Europa dentro di loro per votarla. Rispettiamo in lei la persona e la sua storia ma non il politico. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Buona giornata