Stranamore è rimasto colpito da alcuni fatti accaduti in questi giorni di campagna elettorale. Chiaramente non si possono fare nomi di politici, la par condicio ce lo impedisce, ma del gesto possiamo parlare.
In occasione di comizi elettorali (quindi nella funzione privata di uomo politico di parte e non nella funzione pubblica del suo ruolo) di un ministro della nostra repubblica, persone che manifestavano in modo civile contro il suddetto ministro sono state “schedate” dalla DIGOS. Per chi non sa cosa c’è dietro questa sigla spiegheremo che non è altro che un ramo della polizia che si occupa dei reati politici.
Reati appunto, ma non dovrebbe occuparsi di schedare la casalinga che ospita sul proprio balcone un manifesto contro il politico che fa un comizio, né contro chi, con la scusa di un selfie ricorda allo stesso ministro gli insulti che sbrodolava fino a qualche mese fa contro il sud mentre ora ne parla benissimo, perché questi non sono reati!
La stessa DIGOS su altro fronte invece non fa nulla contro chi manifesta apertamente la propria adesione al “fascismo” e inneggia a “Benito Mussolini” . Questi sì che sono reati sanciti dalla Costituzione e da alcune leggi del parlamento italiano.
Ora Stranamore si chiede: chi controlla coloro che dovrebbero assicurare al cittadino e non solo al potente di turno la garanzia di potersi esprimere in libertà?
Si deve quindi iniziare a temere una forma di stato di polizia come nei paesi dove la democrazia è un’optional?
Gli Italiani che danno il consenso hanno capito che quello che tocca ad un loro avversario politico potrebbe toccare anche a loro se un giorno non dovessero stare al “giogo”?