Recensire un disco non è mai impresa tanto facile e noi non abbiamo questa pretesa, ma solo quella di suscitare in voi che ci leggete, la curiosità di conoscere quest’opera o di riscoprirla.
Iniziamo cari lettori con questa “scheda”, un percorso attraverso le maggiori opere discografiche.
Ma passiamo alla scheda.
“A Love Supreme”.Il capolavoro di John Coltrane è un disco universalmente noto e celebrato, un disco di grande successo anche commerciale e da sempre sulla bocca e nelle orecchie di esperti e appassionati.
Nel dicembre del 1964, il “quartetto classico” guidato da John Coltrane (McCoy Tyner al piano, Jimmy Garrison al basso ed Elvin Jones alla batteria) entrava ai Van Gelder Studios di Englewood Cliffs, New Jersey, per registrare “A love supreme”.
Lʼalbum sarebbe stato pubblicato dalla Impulse! qualche tempo dopo, nel febbraio del 1965 e da allora è rimasto non solo il disco-simbolo di quello che fan e devoti chiamano semplicemente “Trane”, ma uno tra i titoli più venerati, amati e studiati dellʼintera storia del jazz oltre che una delle presenze più riconoscibili nelle collezioni degli ascoltatori di ogni dove.
Dico “riconoscibile” proprio in senso letterale, del genere che quando spulci tra gli scaffali delle discografie altrui lo noti subito: nel nero-arancione delle classiche costine Impulse!, ” A Love supreme” spicca perché allʼarancione sostituisce il bianco, segno di quanto già a partire dalla confezione si tratti di un oggetto speciale. E se la memoria non mi inganna, è tuttora il titolo Impulse! più venduto di sempre: un motivo tra i tanti per cui lʼetichetta venne poi chiamata “The house that Trane built”.
L’album è strutturato come una suite in quattro parti. Viene inteso come un album spirituale, che rappresenta la personale lotta per la purezza dell’artista. Sono quattro movimenti: Acknowledgement (“accettazione”, “ammissione” ma anche “presa di coscienza”), Resolution (“risoluzione”, “riconoscimento”), Pursuance (“conseguimento”), e Psalm (“salmo”, “preghiera”), con un’intensità profonda e un’ispirazione fortissima, dall’ammissione iniziale con la frase di sassofono che si tramuta in una vera e propria enunciazione verbale di questo “amore supremo” verso un’entità soprannaturale ispiratrice, al salmo finale, sorta di ringraziamento in forma di preghiera assoluta. La quarta traccia, Psalm, è anche la “lettura” con il sassofono di una poesia dello stesso Coltrane inclusa nelle note di copertina, un movimento improvvisato sulla base del contenuto sillabico della stessa.
Segnaliamo un ottimo libro
Ashley Kahn
A love supreme. Storia del capolavoro di John Coltrane
Traduzione F. Zucchella
Casa editrice: Il saggiatore