Eh si, le locuzioni latine sono a volte così piene di significati che sintetizzano bene anche situazioni odierne. Certo sotto il sole non c’è niente di veramente nuovo per l’uomo tamt’è che Gianbattista Vico ne fece tesoro nella sua teoria che la storia è un susseguirsi di corsi e ricorsi. Due parole su Vico. Fu Benedetto Croce lo ‘scopritore’ del suo pensiero, che si pone tra la grande filosofia europea e la tradizione umanistica del Seicento. Il punto di partenza della sua teoria è la questione della verità. Afferma Vico: non la verità, ma solo il verosimile è accessibile alla conoscenza umana. “Verum et factum reciprocantur seu convertuntur”, cioè il vero e il fatto si convertono l’uno nell’altro e coincidono. Per Vico quindi lo studio della storia è una ‘Scienza nuova’ che, mediante l’unione di filosofia e filologia, deve occuparsi di individuarne e documentarne gli eventi, i fatti, ma soprattutto deve interpretarli ricercandone quelle ragioni ideali ed eterne, che sono destinate a presentarsi costantemente, in modo ripetitivo anche se in gradi diversi, all’interno di tutti i momenti della storia: “i corsi ed i ricorsi storici” . Ciò non significa, come comunemente si interpreta, che la storia si ripeta. Significa, piuttosto, che l’uomo è sempre uguale a se stesso, anche nel cambiamento delle situazioni e dei comportamenti storici. Ciò che si presenta di nuovo nella storia è paragonabile per analogia a ciò che si è già manifestato. Vico concepisce i ricorsi, per chiarire ulteriormente, non come una successione e un ripetersi delle forme politiche delle nazioni, bensì come una successione e un ripetersi di tutte le forme della cultura umana e sociale. Ma torniamo ai nostri tempi e alla situazione politica attuale per affermare quindi che ciò che si manifesta per nuovo ha a nostro avviso molte risonanze con temi e situazioni… “dell’impero romano”: ricevere consenso dando al popolo pane e spettacolo.