Vi ricordate di Assange e Wikileaks? Sette agenti in borghese lo hanno sollevato e portato via di peso dall’ambasciata ecuadoriana dopo la revoca della concessione di asilo da parte del Paese sudamericano, che afferma: “Non sarà estradato dove c’è la pena di morte”. Vedremo se la Gran Bretagna saprà resistere alle lusinghe della sirena Trump. Subito dopo l’operazione, Wikileaks ha accusato il Paese sudamericano di aver “revocato illegalmente l’asilo in violazione del diritto internazionale”. E ha detto che dietro questo arresto ci sono “la Cia” e altri poteri. Assange, ha vinto decine di premi di giornalismo ed è stato nominato per il Nobel per la pace dal 2010. Ma attori potenti sono impegnati in uno sforzo sofisticato per disumanizzarlo, delegittimarlo e imprigionarlo. Assange si era infatti rifugiato nell’Ambasciata ecuadoriana nel giugno del 2012 acquisendo infine la cittadinanza dell’Ecuador nel 2018; i suoi rapporti con le autorità di Quito si sono però progressivamente raffreddati, tanto che già nel 2016 gli era stato tolto l’accesso a internet dopo che Wikileaks aveva pubblicato una serie di e-mail riservate dell’allora candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, Hillary Clinton.