Il sacro Graal del contratto non può sostituire la politica: e per fortuna. Incredibilmente c’è voluto quasi un anno di governo perché grillini e leghisti scoprissero questa elementare verità. Un Paese si guida e si amministra sulla base di un progetto di sviluppo, di una scommessa responsabile sul futuro, di una visione culturale: non con un presidente del Consiglio ridotto a notaio di un patto diffidente tra soggetti concorrenti, con modelli di società contrapposti e sovrapposti, che si paralizzano a vicenda senza trovare la capacità di esprimere un’idea comune dell’Italia di oggi e soprattutto di domani.
Questa è la politica,
Cosi Ezio Mauro su la Repubblica di ieri in un fondo che troviamo analisi centrata di una situazione politica bloccata e diffidente. Di una politica fatta da gruppi elettorali contrapposti contenuti in un contenitore come quello dei 5s dove si intercetta benissimo la rabbia e lo scontento ma dove al momento di sintesi progettuale, al momento del passare dalla protesta al potere ci si trova con una base divaricata (per esempio il luogo a procedere per Salvini) che mal s’adatta a tutto. La lega invece ha un Salvini che sembra abbeverarsi alla fonte della verità e che ha proceduto in un crescendo Rossiniano verso un aumento della base elettorale a spese di Forza Italia e della parte di elettorato dei 5S più orientata a destra. Non sono esenti una parte anche di elettori delusi dal PD di Renzi. Gli ultimi sondaggi danno Il movimento 5s a meno 12% (21% di dichiarazioni di voto) rispetto alle politiche del 4 marzo. La lega a più 18% (35% di dichiarazioni di voto) ed un Pd sostanzialmente in leggero aumento, con un nuovo segretario uscito trionfante dalle primarie di domenica 3 marzo, ma con una luna di miele con l’elettorato Pd tutta da verificare. Per Zingaretti ed il Pd abbiamo l’impressione che sia l’ultima spiaggia e l’ultima occasione che i suoi sostenitori daranno al segretario.
La mossa iniziale di andare a Torino da Chiamparino per il sostegno alla Tav mi sembra sia chiarificatrice della sua linea. Linea che dovrà tenere conto però di una generazione di dirigenti, giovani e non conosciuti che possano creare una nuova immagine di un partito che Renzi ha portato ad essere il più odiato partito d’Italia. DiMaio invece ha colpito per le sue forti dichiarazioni su Salvini ( che gli ha risposto sicuro di se “Ci vediamo lunedi”) e per la sua ingenuità nel pensare a solidarietà su un patto che non è frutto di visioni simili, ma un patto notarile basato sulla diffidenza che nulla ha di unitario. Cadrà il governo? non crediamo, lo scoglio Tav probabilmente sarà superato proprio perchè i due attori principali non hanno interesse al momento di farlo cadere, sopatutto Dimaio. Infatti le ultime notizie danno uno slittamento dei Bandi. Et voilà il giochino è fatto.
Buon pranzo.