Oggi vi parlerò di Fred Buscaglione, che aveva studiato al conservatorio e aveva la passione del Jazz. A 15 anni si esibiva nei night club di Torino, sua città natale, suonando il contrabbasso. In uno di quei night club, alla fine degli anni trenta, una sera incontrò Leo Chiosso, appassionato anche lui di jazz e di romanzi gialli.
Poi arriva la guerra, Fred deve arruolarsi. Nel 1943 Buscaglione viene fatto prigioniero dagli americani e internato in un campo di prigionia in Sardegna. Entra così nella band musicale italo americana di ispirazione jazzistica che trasmette dalla radio alleata di Cagliari. Alla fine della guerra torna a Torino, mette su un gruppo, gli Asternovas, e ritrova l’amico Leo Chiosso che gli cuce addosso il personaggio che lo renderà famoso: il duro, con i baffetti alla Clark Gable, con le maniere da gangster alla Bulli e pupe. Che bambola è il successo che lo lancia con clamore sulla scena musicale vendendo quasi un milione di copie nel 1955.
Fred Buscaglione con la sua miscela infallibile di swing e ironia fa esplodere la tranquilla scena della canzone italiana. E’ la prima grande rivoluzione, prima di Modugno, Mina e Celentano. Nei suoi dischi, una raffiche di battute surreali e suoni geniali in cui Fred sembra avanti di mezzo secolo. Quello che lui definisce scherzosamente ‘neorealismo musicale’ a noi, cinquant’anni dopo, sembra semplicemente rap. Fred scherza spesso sul suo personaggio del duro dal cuore tenero, sulla sua voce che spaventava persino la sua maestra. Ironia, genialità che non potremo mai dimenticare: l’artista italiano ci lasciava poco tempo dopo vittima di un incidente d’auto con la sua Thunderbird.
La sua musica e la sua gioia di vivere ci accompagneranno per sempre. La sua discografia, nonostante la brevità della sua carriera, è folta. Nel 1956 incise numerosissime canzoni e in quello stesso anno uscirono i suoi primi 33 giri. Eppure non fu facile per lui trovare una casa discografica che accettasse di incidere quelle canzoni così trasgressive e inconsuete per l’epoca. Le sue prime incisioni risalgono al 1952, alcuni pezzi standard del repertorio jazz per l’etichetta La Voce del Padrone, oggi pressochè introvabili.
Alla fine degli anni cinquanta Fred Buscaglione era uno degli uomini di spettacolo più richiesti, e non solo come cantante. Era dappertutto: nelle pubblicità, alla televisione e nei film, prima con brevi apparizioni canore, poi in ruoli autonomi incarnando quasi sempre la figura del simpatico spaccone.
La sua attività si faceva sempre più frenetica: girava due o tre film contemporaneamente il mattino, registrava spettacoli televisivi nel pomeriggio, incideva dischi la sera e cantava nei night la notte, spostandosi a bordo di una vistosa auto americana, una Ford Thunderbird che lui chiamava “Criminalmente bella”, come una delle sue canzoni. Ma il successo ebbe per lui anche conseguenze sgradevoli dal momento che la moglie Fatima, forse gelosa del suo successo e dei pettegolezzi apparsi sui rotocalchi che lo dipingevano come un tombeur de femmes e che gli attribuivano flirt con le attrici con cui recitava, soprattutto con Scilla Gabel e Anita Ekberg, finì col separarsi da lui, che si trasferì all’Hotel Rivoli di Roma. Il resto, poi, è noto.