Lunedì sera, Rai2 ha passato in prima serata un film che mai mi sarei aspettato di vedere nella tv di Stato. Tantomeno in quella fascia oraria. Va dato atto al nuovo direttore del canale, Carlo Freccero, di aver compiuto un atto di coraggio. Nella presentazione prima del film che lo stesso Freccero, un po’ didascalico ci propina in maglioncino cachi, camicia bianca e con un confidenziale eloquoio da autocelebrativo finisseur, e lo fa a nostro sentire correttamente, da intenditore di cinema, ci racconta la trama di Ultimo tango a Parigi e ci ricorda che questo film di Bertolucci è un film difficile. Ed è vero lo è. Ma non per le scene passate alla storia, ne per la tragica catarsi finale, né per essere un film mandato al rogo. Non ci si ricorda ne lui ne noi di altre pellicole che abbiano subito tale destino. Dicevamo un film difficile: erano gli anni ’70 e il film è permeato delle tematiche “contro”, un film politicamente scorretto. Non dimentichiamo il periodo storico in cui è stato girato, il periodo della contestazione dura che sfociera nel terrorismo. E la censura infatti lo colpirà duramente, ottusamente, ma non poteva esser diversamente in quell’ Italia.
Comunque l’operazione dice Freccero è anche quella di proporre un film bellissimo, ma normale ad un pubblico giovanile che segue un cinema fatto di effetti speciali.
Insomma conclude: a vederlo saremo in pochi, ma saremo i migliori.