Il 18 settembre 1938, ottant’anni fa, Benito Mussolini tuonava in piazza a Trieste sulla purezza della razza italica e promulgava le leggi razziali: nessun ebreo poteva possedere beni di proprietà, nessuno studente ebreo poteva frequentare le scuole italiane, nessun insegnante ebreo poteva insegnare, nessun medico ebreo fare il medico, etc etc etc.
Da quel primo momento si percorre la strada verso il precipizio e la storia ci indica il passaggio dalla sorpresa alla tragedia. Gli italiani che professavano la fede ebraica – e tanti di loro erano fascisti – si ritrovano così cittadini di seconda classe, i loro diritti si assottigliano sempre più. Quelli che possono e che capiscono il pericolo, espatriano, chi pensa che quella stranezza non possa che restare tale e che tutto rientrerà perché Mussolini è un padre severo ma buono e gli italiani sono brava gente, affrontano il loro destino: le persecuzioni e poi la furia nazista, i campi di concentramento, la dissoluzione, la morte.
“Non sapevo che sotto la stazione di Milano ci fossero altri binari, ci hanno spinti a centinaia in un vagone piombato e portati a Auschwitz”, racconta la senatrice Segre, una delle ultime persone ancora in vita sopravvissute al campo di sterminio.
Questo bel film documentario di Giorgio Treves (nato a New York dopo la guerra perché la sua famiglia ebbe la fortuna di poter espatriare) ce lo ricorda con puntualità e asciuttezza: il fascismo auspicava la purezza della razza da subito, quello aberrante della pulizia etnica era un disegno della prim’ora. Lo dimostra la conquista delle colonie, rappresentata dai giornali, dai fumetti, dalle vignette illustrate all’epoca, in cui è evidente che il dato essenziale è la supremazia della razza.
Pagine fondamentali della nostra storia, che vanno sbiadendosi con l’andar degli anni, così tanto che tragedie come quella delle leggi del ’38 rischiano di ripetersi soprattutto per ignoranza e perché il male è sempre dietro l’angolo, ed è tanto banale da non apparirci tale finché non ci andiamo a sbattere contro senza rimedio.
E’ importante quindi cancellare dalla mente quel consolante modo di dire che è “Italiani brava gente”, e quell’altrettanto deviante pensiero che le leggi razziali siano state solo un errore – insieme con l’alleanza con Hitler – commesso dal regime fascista. Non è vero niente: noi italiani siamo come tutti, alcuni buoni, altri no, e guidati da un’anima poco elevata, convinta di appartenere alla razza eletta e che la sopraffazione sia il modus operandi politico più consono, da un dittatore insomma, siamo capaci delle più turpi nefandezze.
Il film è composto da sobrie e toccanti testimonianze di ebrei allora bambini, sopravvissuti alle leggi razziali, che hanno vissuto sulla propria pelle l’espulsione da scuola, da dichiarazioni terribili dei potenti di allora (Mussolini, Ciano, Starace etc.), di giornalisti che aderirono al fascismo, come Montanelli e dalle voci di autorevoli storici – Michele Sarfatti, Sergio Luzzatto, Alberto Cavaglion.
La grafica e l’animazione sono belle e chiariscono senza tema di smentite il modo sprezzante e malvagio con cui il fascismo affronta la questione diversità – che sia rappresentata dall’essere neri, donne, ebrei, omosessuali.
I documenti di repertorio sono perfetti per narrare quella pagina che durò a lungo e ci portò alla catastrofe della guerra.
Questo film, come altri del genere, è indispensabile per chiarire soprattutto ai più giovani e a chi, ancorché adulto, ha smarrito la memoria e si accanisce contro i diversi di oggi, che la storia si può ripetere.
Apriamo gli occhi e lasciamoci permeare da ciò che siamo stati, per renderci conto di quel che potremmo ridiventare, se non vigiliamo attentamente su noi e sulla politica.
1938 – DIVERSI
di Luca Scivoletto e Giorgio Treves
Regia di Giorgio Treves
con Roberto Herlitzka
produzione Tangram di Roberto Levi, Piemonte Film Fund, MiBAC, AB Groupe e Aamod, Sky
Genere: Documentario – Italia, 2018,
durata 62 minuti.
Uscita cinema giovedì 11 ottobre 2018 distribuito da Mariposa Cinematografica.