La grattacheccha

La sdraio

Un bicchiere colmo di una neve molto fine, ricoperta in genere di sciroppo. A me piace l’orzata, ma c’è chi non sa fare a meno del tamarindo o della menta o del limone o del cocco.

Esistono varianti di tutti i tipi.
Per i romani è un vero rito estivo, passeggiare per il lungotevere col bicchierone ghiacciato.

PER I NON ROMANI COS’È LA GRATTACHECCA?

Per alcuni è solo un nome romano per chiamare la granita.
la realtà è un’altra: la ricetta originale prevede una grossa lastra di ghiaccio (la checca) che viene letteralmente grattata ottenendo una neve finissima, che viene ricoperta con lo sciroppo.
Lo strumento per grattare la lastra di ghiaccio è un raschietto provvisto di una contenitore-dosatore che raccoglie la quantità necessaria per un bicchiere.

Complice un paesaggio unico, quello del tevere e dell’Isola Tiberina, un vero e proprio punto di ritrovo della movida romana e la luce fioca del tramonto di roma che ne ha viste tante sotto il suo cielo, noi che “non ci piace  il PopCorn”, ci apprestiamo in questa  che sembrerebbe a detta dei meteorologi una estate torrida ( anche in senso politico) a  gustarci  questa bontà in attesa di notizie sul nostro destino di nazione.