Caro presidente, l’abbiamo vista ieri sera raccontare a noi Italiani il perché delle sue scelte; dettate dalla situazione d’impasse che i partiti italiani vivono in questo frangente politico. Lo ha fatto senza enfasi, con il suo stile essenziale ed a ha compiuto un atto di coraggio con pochi precedenti: ha chiesto alle forze politiche di assumersi una precisa responsabilità verso il Paese, consentendo la nascita di un governo “neutrale” che resti in carica fino a dicembre e affronti i temi non rinviabili.
Devono essere affrontati a breve la legge di bilancio, l’aumento dell’Iva e altri impegni con l’Unione europea. In altri tempi un appello di questo genere del capo dello Stato, un richiamo pubblico nel quale Ella si espone in prima persona avrebbe suscitato un’adesione unanime e immediata. Colpisce quindi la mancanza di rispetto istituzionale verso il capo dello Stato che ha con coraggio sfruttato quello che la democrazia gli concede, chiedendo di non peggiorare la condizione economica con qualche errore di troppo. La spaccatura politica del Paese è ormai cosi evidente e sotto gli occhi di tutti che nessun richiamo al buon senso è riuscito a ripristinare quel senso del bene comune nella mente degli attori responsabili. Si va cosi verso una corsa alle elezioni che potrebbero non dare alcun risultato utile. E allora sì che la crisi politica diventerebbe istituzionale. Cara “Giovine Italia” di Mazziniana memoria, quanto sei lontana…