A parte il video, che documenta un fatto , ci colpisce la ragione per cui il video è stato filmato e sopratutto fatto circolare.
Forse per mero divertimento? o forse per evidenziare la fesseria del compagno? o per vedere le reazione del prof? o forse semplicemente per esser testimoni di un evento strano e per questo in qualche forma appropriarsene?
Il ragazzetto ripreso ha certamente problemi “psicologici” ma sopratutto ci sembra colpito da quel senso di onnipotenza che divora e consuma la nostra società; ma quello che colpisce di più è che non si è sente nessuno degli altri ragazzi intervenire o consigliare al compagno di interrompere, di smetterla con qualcosa che è fuori dal buon senso e dalla logica comportamentale del rispetto, quasi aspettassero di vedere come andava a finire.
Di cosa stiamo parlando? tutti sapete: del video “virale” presente sui social in cui si vede un ragazzo di un istituto tecnico di Lucca che ha reagito ad una insufficienza prima ingiungendo con violenza al professore di dargli sei, poi di fronte all’ovvio rifiuto, ha chiesto allo stesso professore chi comandasse e ha ingiunto di inginocchiarsi. Il tutto tra le risate dei compagni.
A parte il ragazzo che ovviamente è il “legittimo proprietario di una fesseria” non possiamo far finta che non sia, la fesseria, proprietà di tutti compagni di classe. Insomma non è il gesto del singolo a colpirci ma l’indifferenza e la partecipazione complice o passiva del gesto.
Quindi non possiamo di conseguenza non cercare di capire l’origine di tale mentalità. La famiglia? La società? i Social? forse tutti insieme partecipano.
Solidarietà spontanea e sincera ci viene per la classe degli insegnanti che hanno a che fare con “virgulti” di cotale essenza. Coltivati a volte dalle proprio famiglie con spirito pugnace verso un prof che osa mettere un’insufficienza al proprio figlio o cosa addirittura insultante riprendere in classe il proprio “virgulto”.
Ma il rapporto educativo che costituisce la ragione stessa dell’insegnamento deve punire gli atteggiamenti violenti e non consentire la mancanza di rispetto. Rimane la questione del come educare al rispetto per l’apprendimento e al superamento dei fallimenti, a scuola e in famiglia.