Il film di Paolo e Vittorio Taviani che ho amato di più è stato Kaos, tratto dalle Novelle per un anno di Luigi Pirandello. L’ho visto tanti anni fa e non lo rivedo da tempo, ma se chiudo gli occhi mi lascio ancora scivolare sulle dune di pomice bianca, nel blu abbacinante dell’isola.
Per me i Taviani sono soprattutto immagini meravigliose, una lettura della vita e del cinema accurata e profonda che non ha mai smesso di guardare con attenzione alla forma. La bellezza non va sporcata nemmeno nella brutta guerra fratricida tra fascisti e partigiani di Una questione privata, nemmeno in carcere con gli ergastolani che si fingono Bruto e Cassio in Cesare non deve morire.
Analizzare la realtà sociale è stato il loro interesse primario, e cercare il bello anche in storie in cui bello non c’è, ma si può trovare semplicemente guardando la natura. Sarà stata l’ispirazione primaria respirata grazie ai paesaggi di San Miniato dove sono nati.
Ieri è morto Vittorio, a 88 anni, il fratello più anziano. Appassionati di cinema fin dall’infanzia, nella prima giovinezza hanno animato il cineclub pisano, mentre Vittorio studiava Legge all’università, anche se quegli studi li ha abbandonati presto. Il padre avvocato, antifascista, ha superato indenne le persecuzioni, ma la loro casa fu bruciata. I due fratelli, comunisti, sempre attivi, sempre impegnati, hanno cominciato a fare cinema con una serie di documentari che -dichiaratamente – si ispiravano al Paisà di Rossellini.
GianMaria Volonté è stato il loro attore di punta, protagonista del loro primo lungometraggio Un uomo da bruciare.
Era forse la metà degli anni Ottanta e lavoravo per radio Rai. Andai lì con il Nagra – il pesante registratore professionale – per intervistarli. Mi accolsero con garbo. La casa era nella parte più bella di Monteverde Vecchio e dalla terrazza la vista era mozzafiato. Si capisce – pensai – perché le immagini dei loro film sono così perfette, quasi dei quadri. Furono gentili tutti e due, Vittorio più propenso a raccontarsi, più affabile. Da qualche parte devo avere ancora il nastro con le loro voci di allora, che raccontano una Roma, un cinema, un mondo, che non ci sono più.
Alcuni dei loro film, li cito a caso: Fiorile, San Michele aveva un gallo, La masserizia delle Allodole, Sovversivi, Tu ridi, Good morning Babilonia, Il sole anche di notte, Padre padrone, Allonsanfàn, La notte di San Lorenzo.
Tutti da rivedere.