Avete letto tutti “1984” di George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair (Motihari, 25 giugno 1903 – Londra, 21 gennaio 1950), che è stato uno scrittore, giornalista e saggista britannico. Conosciuto come opinionista politico e culturale, ma anche noto romanziere.
In “1984” si racconta di un mondo dove un “Grande Fratello” governa e controlla la vita e le menti dei cittadini anche attraverso lo spiare le loro abitudini, la loro vita addirittura in casa e in tutti i luoghi, con un “apparecchio” che vede tutto e sente tutto.
Non vi ricorda Facebook? A me si.
Ecco cosa fa Facebook con noi, traducendo il tutto in versione moderna e di “mercato” e con la sola variante (non da poco) che siamo noi stessi a dargli in pasto la nostra vita.
Facebook tiene nota di tutte le foto che postiamo, dei luoghi da dove lo postiamo, delle visite a i locali ma anche nelle case private che facciamo, delle nostre opinioni sociali, politiche, economiche, inoltre trattiene di noi nei suoi archivi le nostre abitudini (alimentari, vestiario, musica, libri, gruppi di opinione e mille altre cose) che poi utilizza per confezionare in proprio o vendere a terzi offerte e statistiche e classificandoci cosi in gruppi merceologici/politici/sociali.
Insomma siamo pedine da utilizzare sfruttando di noi le nostre debolezze e gusti.
Ma non basta…
“Facebook deve crescere a qualunque costo, anche se in alcuni casi può mettere a rischio la vita degli utenti”
Imbarazzante è dir poco, ma sono opinioni di un dirigente FB che poi è stato spostato e Zuckerberg sembra non ha commentato.
Colpisce no?