“C’è qualcosa di strano”…. Il padre. Una pièce intelligente al teatro Ambra jovinelli e di alto livello del drammaturgo francese Florian Zeller. Alessandro Haber nei panni di Andrea e Lucrezia Lante della Rovere, sua figlia Anna. Un rapporto ed una convivenza sempre più difficile tra un padre che non si arrende, affetto da Alzheimer ed una figlia affezionata che assiste alla progressiva disgregazione della mente e alla perdita di un’intera esistenza. “C’è qualcosa di strano”. Haber interpreta con maestria, abilità, disinvoltura e bravura l’esistenza di un uomo che non ha più caratteristiche familiari. I ricordi si annebbiano, svaniscono; le emozioni si polverizzano in un’esistenza senza vita fino all’oblio totale rappresentato da un letto in un istituto di ricovero. “C’è un qualcosa di strano”, un’atmosfera diluita e di perdita, in cui Andrea non ha più riferimenti spaziali e temporali, dove le persone diventano altre, dove la voce ed i volti si sovrappongono a quelli di altri. Ed ecco che quattro attori entrano ed escono dalla scena, scandita dallo spegnersi ed accendersi della luce, a rappresentare lo sdoppiamento e la dissociazione della malattia. Il lavoro della durata di un’ora e trenta si caratterizza per la sua ironia e la delicatezza; lascia spazio al gioco, se vogliamo al sorriso di attori e spettatori, e manca di quella drammaticità che lo avrebbe reso più introspettivo e coinvolgente.